far vivere la memoria degli sterminati ,generare consapevolezza e responsabiiltà tra generazioni perchè l’Europa non perda se stessa un’altra volta .


 MEMORIA, CONSAPEVOLEZZA E RESPONSABILITA’

 
“Ad Auschwitz l’Europa perse se stessa”. Piotr M.A. Cywinski

“Nessuno di noi fece abbastanza.
                                                                                                                                                                                                           Nessuno può dire di aver fatto abbastanza se non coloro che morirono aiutando gli altri.                                                                                  
 Solo loro hanno fatto abbastanza”.                                                                                                                                         Wladslaw Bartosezewski                                                                                  
Robert S.C.Gordon in suo saggio ‘Scolpitelo nel cuore’ presenta ciò che lui ha studiato in profondità e cioè la storia dell’elaborazione della Sohah in Italia, e ce ne offre un quadro complesso, ripercorrendo questi 60 anni su più livelli, evidenziando la figura centrale di P. Levi, ma anche il diffuso sentimento auto-assolutorio degli italiani, che ancora oggi indicano se stessi come esecutori ‘riluttanti’ di ordini altrui, faticando a farsi carico del proprio passato.                         [..] anche se il suo tributo alla Sohah,in termini di sangue, indifferenza, di collaborazionismo è stato decisamente minore, in proporzione ad altri paesi europei dell’Est come dell’Ovest, che non la rende per questo meno terribile. Da qualunque prospettiva la si guardi, il caso italiano sembra un’eccezione. Perché al di qua delle Alpi nacque il fascismo, e fu un fascismo che un ventennio più tardi si seppe rigenerare(o degenerare)una ferocia(atrocità) della Repubblica Sociale di Salò(composta da giovani repubblichini aguzzini che praticavano torture, violenze e assassini verso partigiani e complici di essi, nota d’autore), la quale collaborò ampiamente alla caccia all’uomo e alla deportazione dei ‘suoi ebrei’, in una proporzione del tutto paragonabile al caso francese(informazioni tratte R. Gordon), in qualche modo si salvarono 3/4 delle potenziali vittime presenti nel territorio in cui vivevano(per le molte forme di solidarietà individuale e di disobbedienza sociale al fascismo), nascondendo e proteggendo i propri vicini perseguitati:perché gli uomini, le donne, i vecchi e i bambini che partivano su carri merci o carri bestiame dalla penisola italiana furono indubbiamente meno, se comparati alla carneficina che in parallelo stava avvenendo ed in gran parte era già avvenuta, nell’Europa orientale(Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia (Jasenovac, l’Auschwitz del vaticano, per la complicità dei francescani croati al regime fascista ustascia di Ante Pavelic che praticò – l’istrebljene- la distruzione biologica degli ebrei, dei serbi e dei rom che erano considerati ‘i peggiori nemici del popolo croato’, nota dell’autore)e di altri paesi (occupati ) dell’Europa occidentale (Belgio,Olanda, Danimarca)colpiti duramente, anche per ragioni di tempo,la distruzione degli ebrei europei.                                                                                               (Carlo Greppi, storico e scrittore, collaboratore di Rai Storia, e danni organizza viaggi della Memoria con l’associazione Deina)
ZIGEUNERLAGER- Campo degli ‘zingari’.                                                                                                 Un campo che esistette negli anni 1943-44 nel settore BII e di Birkenau. Vi sono state deportate intere famiglie, in tutto oltre 20.000 tra Rom e Sinti(altri e molti della loro gente durante i rastrellamenti, ma anche nelle ripetute invasioni ed occupazioni militari dei paesi dell’Est Europa, finirono ammazzati come animali selvatici. Essi vivevano numerosi nei loro villaggi, ed era prassi che le loro baracche venissero bruciate a cui seguivano le selezioni,per gli abitanti ritenuti idonei ai loro forzati seguiva la deportazione e per gli altri la fucilazione; questi fucilati non compaiono nel numero degli assassinati nei vari campi di concentramento e sterminio; di queste stragi non documentatene ne è testimone e ne parla nelle sue conversazione con la moglie il pugile sinto Ruekeli , al ritorno da una di queste campagne militari ad est. Il pugile Ruekeli fu tra i 30.000 Rom e Sinti che prestarono servizio militare obbligatorio in quanto cittadini tedeschi nei primi anni del III Reich; poi  negli anni successivi che sono quelli che decisero anche per loro come per  gli ebrei della soluzione finale, furono rimandati a casa e subito deportati nei vari campi tra cui Auschwitz. Il pugile Rukeli ebbe la stessa sorte degli atri sterminati e fu assassinato per un gioco sadico da un kapò che lo aveva sfidato, e avendo perso la sfida e subito la derisione degli astanti nazisti, pensò ‘bene’ di nascosto, di ammazzarlo per vendetta con un colpo di pistola).Gli ultimi rom e sinti vennero uccisi nella notte tra il 2 e 3 agosto del 1944.                                                                                                                   Testi tratti da ‘non c’è una fine’ di Piotr M.A.Cywinski – ed. Bollati Boringhieri  ed elaborati con alcune glosse tra parentesi  da Pino de March

PERIFERIE E MEMORIE ATTIVE ANTIFASCISTE,ANTIRAZZISTE E ANTISESSISTE : DAL 20 GENNAIO AL 10 FEBBRAIO 2018

LA LIBERA COMUNE UNIVERSITÀ – PLURIVERSITÀ BOLOGNINA                                                                                                                                     IN COOPERAZIONE CON ISTITUTO COPRENSIVO IC1- SCUOLA DOZZA ,IL CESP (CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA) E L’AMIRS (ASSOCIAZIONE MEDIATORI INTERCULTURALI ROM E SINTI)  mostra  fotografica 

SUL PORRAJMOS – IN LINGUA ROMANES – ‘DIVORAMENTO’ , UNO DEGLI  STERMINI  NAZI-FASCISTI DIMENTICATI DALLE MEMORIE – QUELLO DELLE GENTI ROMANI’ (ROM,SINTI), COME  E’ ACCADUTO PER I DIVERSI GENERI LGBTQ, E  SEMINARIO DI FORMAZIONE NAZIONALE CESP– PERCORSI DI SCOLARIZZAZIONE E MOBILITA’ SOCIALE PER GLI STUDENTI E STUDENTESSE ROM E SINTI CHE SI TERRA’ – IL 03 FEBBRAIO DALLE 9 ALLE 13, AULA MAGNA DELL’IC3 –DOZZA-LAME – VIA DE CAROLIS 23- BOLOGNA
dal 20 gennaio al 10 febbraio dalle ore 9 alle ore 12 dal lunedi a sabato (lunedi e venerdì pomeriggio dalle 15 alle 18 aperto al quartiere e alla città
PRESSO L’ISTITUTO COMPRENSIVO IC1- SCUOLA DOZZA IN DE CAROLIS,23
aperta alle classi di ogni ordine e grado.
L’ingresso alla mostra è gratuito, vi chiediamo solo di lasciare un contributo per contribuire alle spese(OFFERTA LIBERA).
Quest’anno ai ragazzi e alle ragazze che visiteranno la mostra,chiediamo fin d’ora,di portare con sé un oggetto personale in uso nei giorni di frequenza alla scuola e di deporlo in un punto che sarà indicato dai custodi, ricercatori e curatori, per segnalare che l’entrata in un campo di concentramento, significava innanzitutto la totale spersonalizzazione delle persone lì deportate (il ritorno alla nuda vita, così spogliate di ogni loro forma di vita), e finire per sempre in uno dei tanti suoi gironi infernali, a cui seguivano lavori forzati, sperimenti eugenetici, maltrattamenti ; ed infine il passaggio nelle camere a gas per alcuni/e  e per altri/e la morte per fame e stenti, le arbitrarie esecuzioni dei kapò, e come destino di tutti e tutte, i forni crematori o le fosse comuni.             Con questi oggetti donati allestiremo una mostra di memoria attiva e perenne nella scuola.
 (per visitare la mostra è necessaria la prenotazione scrivendo a comunimappe@gmail.com).
Con questo percorso fotografico che comprende 45-50 immagini tratte da archivi storici e da noi  sottotitolate, ed con altre duecento riproduzioni visive sul tema condensate in un file, vogliamo accompagnarvi in un viaggio infernale attraverso la persecuzione e lo sterminio nazi-fascista degli ‘zingari’(popolo Rom), ma vogliamo anche testimoniare la resistenza orgogliosa di questo popolo che non rifugge l’integrazione e la convivenza con gli abitanti dei paesi che attraversa e che li ospita (i ‘gagè’, come loro li chiamano). Un popolo che non ha mai dichiarato guerra ai suoi vicini, ma che è stato capace di combattere e sacrificarsi al fianco delle forze della resistenza democratica antifascista in Italia come in altri paesi europei, per riconquistare per sé e per noi la libertà calpestata, dai regimi nazi-fascisti, che avevano alcuni sospeso ed altri abolito,ma tutti messo in scacco le costituzioni liberali vigenti . Queste immagini, oltre ad interpellare la nostra memoria comune di tutte le vittime del nazifascismo, ci ricordano che, come per la Repubblica italiana, le radici della nuova Europa democratica sono da ricercare nella guerra di resistenza che tanti e tante hanno combattuto in nome del diritto di tutti e di ciascuno a vivere in una società aperta e solidale, in cui siano riconosciute le molteplici minoranze linguistiche e culturali in essa presenti, e sia finalmente sopita ogni forma di ‘fobia’ (paura e repulsione) verso le diverse umanità e culture, siano esse ebrei, rom, omosessuali-lgbtq, diversamente abili o H, o altre minorità religiose o politiche. In questo senso, possiamo affermare con forza che anche il popolo romanì ha saputo dare il proprio significativo contributo alla realizzazione di questa Europa che deve ancora venire.
Ringraziamo l’associazione CIPES (Centro di Iniziativa Politica e Sociale) di Milano per averci prestato il loro materiale.
LA MOSTRA FOTOGRAFICA E’ STATA CURATA ARTISTICAMENTE E GRAFICAMENTE DA RAFFAELE PETRONE (Docente storia dell’arte all’ IC1 – Bolognina) E LE RICERCHE STORICHE E LE DISCASCALIE, DA ESSE TRATTE, CHE SOTTOTITOLANO LE SINGOLE IMMAGINI DA MATTEO VESCOVI (Docente di Storia ed Italiano dell’Istituto Agrario Serpieri di Bologna)
PORRAJMOS: LO STERMINIO DIMENTICATO DEL POPOLO ROMANI'(Inno delle Genti Rom)
“Alzatevi Rom (uomini liberi)
è arrivato il momento, venite con me
e con tutti gli uomini liberi del mondo.
O Rom, o giovani!
Io pure avevo una grande famiglia
La nera legione l’ha massacrata.
Perché?
 Le strade zingare ci sono aperte
E’ il momento: alzati rom
Noi scatteremo e agiremo.
O zingari, o giovani!”
Djelem, djelem di Zarko Jovanovic, rom serbo
PORRAJMOS: (divoramento) un vocabolo che nella lingua romanì indica la persecuzione e lo sterminio che il Terzo Reich attuò, con la complicità degli altri fascismi d’Europa, nei confronti del popolo romanì. Il “Porrajmos”, al pari della più nota Shoah, è diretta conseguenza dell’ideologia razzista nazi-fascista. Fin da subito i nazisti nel Terzo Reich si preoccuparono di isolare gli zingari dal “corpo sano” della società per recluderli nei campi di concentramento, così nel 1938 in Germania fu emanata la legge che definisce i provvedimenti da prendere per la gestione della “razza zingara”, mentre lo sterminio del popolo romanì fu avviato da Himmler, come parte della “soluzione finale”, il 16 dicembre del 1942 con l’ordine di deportare ad Auschwitz “tutti gli zingari”.
L’approccio razziale del Terzo Reich venne ripreso dal regime fascista italiano, e la questione “zingari” venne inquadrata all’interno delle problematiche aperte dalle legge razziale del 1938 promosse da B. Mussolini. [Vittorio Emanuele III, le cui spoglie sono rientrate in Italia con la moglie Elena del Montenegro in questi giorni, (dicembre 17)fu l’unico monarca in Europa a promulgare leggi di discriminazione razziale contro il proprio popolo (va ricordato anche la sua secondogenita Mafalda espiò e finì i suoi giorni al campo di concentramento di (Buchenwald) . I rastrellamenti cominciarono subito, ma la prima disposizione specifica è del 1940 e prevedeva la reclusione di tutti “gli zingari” italiani e stranieri in campi ad hoc(esclusivamente riservati). La situazione, poi, mutò in peggio dopo l’8 settembre del 1943, quando con la Repubblica Sociale di Salò (divenuta parte Terzo Reich) i detenuti dei campi furono deportati verso i lager tedeschi.  Proprio come gli ebrei, gli ‘zingari’ (oggi dignitosamente Rom o Romanì)furono perseguitati e uccisi in quanto “razza inferiore” destinata, secondo l’aberrante ideologia nazista non alla sudditanza al Terzo Reich, ma alla morte. Ma proprio questa definizione è il nodo del problema, perché per molto tempo dopo la fine della guerra, e allo sterminio nazista delle Genti Romanì non era ancora stata riconosciuta la motivazione razziale, ma lo si è considerato conseguenza, ‘banalmente ovvia’, come tutti i mali (direbbe la filosofa Hannah Arendt)di quelle misure di prevenzione della criminalità che ‘naturalmente’ si acuiscono in tempo di guerra. Una tesi smentita, ma che trova fondamento anche nella constatazione che, almeno nella prima fase del governo nazista, esso non fece altro che applicare ed ampliare le disposizioni già presenti in tantissimi stati europei, che già nei primi anni del ‘900 avevano tentato di schedare e controllare le minoranze zigane, ritenute un elemento disgregatore della supposta e ben ordinata comunità ‘organica’ fascista.
In realtà, i provvedimenti presi dal Reich tedesco nella metà degli anni Trenta servirono solo a preparare un “più coerente” piano di sterminio. I Romanì, infatti, furono dichiarati “asociali” e poi furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati in massa, utilizzati come cavie per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio proprio in quanto ‘zingari’e quindi, secondo l’ideologia nazista, geneticamente ladri, truffatori, nomadi, razza inferiore indegna di esistere. E chiunque si fosse unito in matrimonio con un appartenente al popolo rom, fosse anche un germanico ‘ariano o ariana’,doveva  divorziare e in caso contrario  subire le stesse conseguenze di persecuzioni e sterminio riservato agli ‘zingari’ come agli ebrei.
Almeno cinquecentomila morirono nei campi di concentramento, ma probabilmente furono molti di più, considerando quelli non censiti o uccisi nei rastrellamenti delle campagne. Nello Zigeunerlager, il campo loro riservato ad Auschwitz-Birkenau, tra il febbraio 1943 e l’agosto 1944 oltre ventimila tra Rom e Sinti vennero condotti nelle camere a gas.
In Italia i Rom furono imprigionati nei campi di concentramento di Agnone, Berra, Bojano, Bolzano, Ferramonti, Tossicìa, Vinchiaturo, Perdasdefogu, le isole Tremiti e in quello di Gonars. Si trattava di cittadini italiani, ma anche di altre nazionalità; un gran numero erano Rom slavi, fuggiti in Italia dalle persecuzioni dei nazi-fascisti  nei loro paesi. Molti di loro riuscirono a fuggire e si unirono alle bande partigiane.
(parti  tratte da note da Giovanna Boursier, Zigeuner, lo sterminio dimenticato, Sinnos editrice 1996)
 Per prenotare la visita alla mostra scrivere a comunimappe@gmail.com (ricercatore -accordatore -coordinatore  Pino de March)
L’ingresso alla mostra è gratuito, vi chiediamo solo di lasciare un contributo per contribuire alle spese.
PROMUOVE LA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ – PLURIVERSITA’- BOLOGNINA ( Pino de March, Gianpiero Lipparini(anpi borgo panigale), Raffaele Petrone, Elisa Duca e Dadalupa)

 MEMORIE ATTIVE DI SHOA E DI ALTRI DIMENTICATI STERMINI NAZIFASCISTI DI GENTI ROMANI’ E DI SOGGETTIVITA’ LGBT, NON SOLO PER RICORDARE MA PER COMPRENDERE IL RIPETERSI STORICO DI SERIALI GENOCIDI, ATTI DI MUTATA OSSESSIONE COADIVUTE DA TECNOLOGIE,  MA CON LIVELLI SEMPRE PIU’ CRESCENTI DI TERRORE, ORRORE, E CRUDELTA’

 MERCOLEDI 24 GENNAIO 2018
ORE 17,30
 Sala Consiliare Falcone e Borsellino 
in via Battindarno 123 – Bologna

QUARTIERE BORGO RENO

 L’offesa del silenzio
ORE 17,30:
FILMATO 

ORE 18: 
STUDIOSI, RICERCATORI E TESTIMONI ROMANì RACONTERANNO DEL LUNGO SILENZIO SUL PORRAJMOS E DEL PERDURARE CONTEMPORANEO DELL’ANTIZIGANISM

GIULIO SORAVIA: IL POPOLO NEGATO
LUCA BRAVI: IL PORRAJMOS
DIMITRIS ARGIROPOLOUS: CONOSCERE E RICONOSCERE UNA MINORANZA A PARTIRE DALLA DISCRIMINAZIONE ESTREMA
PROMUOVONO:

ANPI BORGO RENO

QUARTIERE BORGO RENO

IC1- SCUOLA DOZZA –BARCA – VIA A. DE CAROLIS 23

AMIRS –ASSOCIAZIONE MEDIATORI INTERCULTURALI ROM E SINTI

COMUNIMAPPE – LIBERTA COMUNE UNIVERSITA’ PLURIVERSITA’ BOLOGNINA

  
SABATO 27 GENNAIO 2018  
MATTINO

 DALLE 8,30 ALLE 13,30
 MEMORIE ATTIVE DI SHOA E DI PORRAJMOS

ALLA SCUOLA DOZZA -1C1 – VIA A. DE CAROLIS 23 -BARCA

1 EVENTO CON QUATTO CLASSI 
DALLE 8,30 ALLE 11
2 EVENTO CON ALTRE QUATTRO CLASSI 
DALLE 11 ALLA 13,30
 (per ogni evento si ripeteranno gli stessi interventi, nello stesso ordine con cui sono stati qui sotto descritti)
ACCOGLIENZA MUSICALE DEGLI STUDENT@

 SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’ 3 BRANI DI MUSICHE  ZIGANE

APERTURA DELLA GIORNATA DA PARTE DELLA DIRIGENTE (PRESIDE) DELL’IC1 –DOZZA E DI UN RAPPRESENTANTE DELL’ANPI BORGO RENO

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO MEMORIE ATTIVE DA PARTE DI PINO DE MARCH DI COMUNIMAPPE 
  
SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’ BRANI DI MUSICHE KLEZMER


 TESTIMONIANZE DI UN RAPPRESENTANTE DELLA COMUNITA’ EBRAICA
DADALUPA LETTURA BRANI TRATTI DA L’INFERNO A TRIBLINKA DI VASILIJ GROSSMAN
SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’ BRANI DI MUSICHE  ZIGANE 
TESIMONIANZE DI APPARTENENTI E MEDIATORI INTERCULTURALI (ASSOCIAZIONE AMIRS-ASSOCIAZIONE INTERCULTURALE ROM E SINTI) DELLE COMUNITA’ URBANE ROM E SINTI NELLA NOSTRA CITTA’
 SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’ BRANI DI MUSICHE  ZIGANE
ELISA DUCA PEDAGOGISTA LIBERA RICERCATRICE parlerà di memorie del Porrajmos e dell’antiziganismo pensato, praticato, taciuto e dimenticato
SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’ BRANI DI MUSICHE DELLA RESISTENZ A
 PRESENTAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA DA PARTE DI RAFFAELE PETRONE – Docente di storia dell’arte IC3-lame che ha curato la parte artistica e grafica e Matteo Vescovi – docente di Italiano e storia dell’IST. AGRARIO SERPIERI che ha curato aspetti storici e le didascalie.

“Mio angelo di cenere”

 MUSICHE E CANZONI  TRATTE DA CONCERTO JENISCHE –PROGETTO MEHR

(MEHR, POETA SVIZZERA APPARTENENTE ALLE COMUNITA’ NOMADI O ‘ZINGARI BIANCHI’ O JENISH SOTTOPOSTI A PRATICHE EUGENETICHE O STERILIZZAZIONI TRA ANNI TRENTA E OTTANTADEL SECOLO SCORSO 

Fabio Turchetti / Daniela Coelli

Lo spettacolo è basato sulle poesie di Mariella Mehr, una poetessa svizzera di origine rom autrice di romanzi, libri di poesie e opere teatrali che ha fatto delle persecuzioni subite dal suo popolo il centro della propria scrittura.   Nello spettacolo che alterna momenti recitati ad altri cantati  Daniela Coelli  recita e canta mentre Fabio Turchetti suona la fisarmonica e la chitarra.
Ci sono generalmente altri due musicisti in scena: Luca Congedo al flauto e Luca Garlaschelli al contrabbasso (ma esiste la versione ridotta in duo o quella ampliata con altri attori/musicisti) 
Un po’ di storia
Mariella Mehr è nata a Zurigo ma ha vissuto a lungo in Toscana. Nel 2007  in occasione della presentazione delle sue poesie al teatro Fraschini  di Pavia Fabio Turchetti è stato chiamato ad accompagnarla sul palco musicando e cantando  alcune  liriche originariamente scritte in tedesco e tradotte in italiano da Anna Ruchat. Le atmosfere che ha scelto per “metter in musica” queste  liriche sono ovviamente  quelle del mondo gitano, dalla rumba flamenca allo swing manouche
A questo  esordio di Pavia  sono seguiti poi alcuni festival tra cui quello della letteratura di Chiasso dove sempre nel 2007  il concerto è stato registrato in diretta dalla radio svizzera. La registrazione è stata  stampata e pubblicata nell’ omonimo cd pubblicato dalla CPC. Con il peggioramento della salute di Mariella la collaborazione si è poi interrotta. Nel 2014 è nata questa nuova versione con un taglio più teatrale dove Daniela Coelli  oltre che  cantare e recitare le liriche di Mariella ha inserito due momenti di prosa tratti dal romanzo “La Bambina”ed alcuni brevi estratti del libro di Isabel Fonseca “Seppellitemi in piedi “. Lo spettacolo è stato portato in giro negli ultimi anni in varie città italiane tra cui Roma, Desio (MI),Lodi,Piacenza, Montebuono(PG),Castelverde, Cremona.
 Mariella Mehr, nata a Zurigo nel dopoguerra, il 27 dicembre 1947, da madre zingara di ceppo Jenische, vittima dell’operazione Kinder der Landstrasse, (bambini di strada)  ha fatto della denuncia della persecuzione del suo popolo il centro della propria scrittura, vincendo numerosi premi e la Laurea Honoris Causa nel 1998 dalla Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università di Berna per l’impegno per i diritti delle minoranze e dei gruppi emarginati. Gli Jenisch, una etnia nomade diffusa in particolar modo in Germania e in Svizzera negli anni’40, erano già stati vittime, insieme ad altre etnie nomadi, di una cruenta persecuzione nazista che, in nome della famigerata politica razziale, li aveva prima imprigionati e poi gasificati nei campi di sterminio di mezza Europa.  Già nella primissima infanzia fu strappata alla madre per essere consegnata a famiglie affidatarie, orfanatrofi, istituti psichiatrici, in quanto la rottura totale tra il bambino e il suo universo familiare era ritenuta condizione indispensabile per l’estirpazione del fenomeno zingaro (dal 1926 al 1972 furono 600 i bambini sottratti a forza alle loro famiglie nell’ambito di un programma che doveva plasmarli secondo i modelli della società sedentaria).
E’ da questa esperienza di sradicamento, segregazione e colpevolizzazione che nascono tutte le opere della Mehr, in particolare i romanzi della “trilogia della violenza”, di cui La bambina fa parte, e la raccolta di poesie Notizie dall’esilio, alcune delle quali musicate da Fabio Turchetti nello spettacolo Mio Angelo di Cenere.
Isabel Fonseca vive a Londra. Scrive sul Times, The Nation e  The Wall Street Journal. Ha pubblicato “Seppellitemi in piedi “ nel 1999 dopo una lunga serie di studi presso le comunità rom dell’est Europa
SABATO 27 GENNAIO 2017
SERANOTTE ANFISCISTA, ANTISESSISTA ED ANTIRAZZISTA
AL CENTRO SOCIALE 20 PIETRE VIA MARZABOTTO, 2, BOLOGNA 

DALLE 18ALLE 24
MEMORIE ATTIVE DI DIMENTICATI STERMINI E RESISTENZE DELLE GENTI ROMANI’ E DELLE SOGGETTIVITA’ LGBTI

ORE18
APERTURA DELLA GIORNATA DI UN/A APPRESENTANTE DELLE SEZIONI ANPI D’AREA PONENTE (IN FASE DI CONTATTO)
 
SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’  BRANI DI MUSICHE ROM

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO MEMORIE ATTIVE E DI CONTRADE SOLIDALI ROM,SINTI E GAGI DA PARTE DI PINO DE MARCH DI COMUNIMAPPE

SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’  BRANI DI MUSICHE ROM

BRUNELLA GUIDA CONSILIARA DI QUARTIERE NAVILE, PARTE DEL DIRETTIVO DI COALIZIONE CIVICA, STRENUA DIFENSORA  DEI DIRITTI AD ABITARE LA CITTA’ PER I SINTI DI BOLOGNINA E PER I DIRITTI CULTURALI E SOCIALI DEI ROM  TUTTI PRESENTI NELLA NOSTRA CITTA’
CONCERTO E DANZA ROM                                                                                                                                                                                                     LIONEL RADUCAN -MAESTRO FISARMONICISTA E PRESIDENTE  DELL’AMIRS ED AGHIRAN -MAESTRO  DI DANZA ROM
 

TESTIMONIANZE DA PARTE DI APPARTENENTI E  MEDIATORI INTERCULTURALI (ASSOCIAZIONE AMIRS-ASSOCIAZIONE INTERCULTURALE ROM E SINTI) E DELLE COMUNITA’ URBANE ROM E SINTI NELLA NOSTRA CITTA’

SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’  BRANI DI MUSICHE ROM

ELISA DUCA PEDAGOGISTA LIBERA RICERCATRICE parlera’ di memorie del porrjmos e dell’antiziganismo pensato, praticato, taciuto e dimenticato

SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’  BRANI DI MUSICHE RESISTENZ A

NARRAZIONI E TESTIMONIANZE DI PERSECUZIONI E STERMINI  DI DIFFERENTI GENERI   LGBT  DEL GRUPPO BABS E DEL LABORATORIO SMASCHIERAMENTI -EX ATLANTIDE OCCUPATO

RENATO BUSARELLOED ALTRE

SALVATORE PANU MUSICISTA E DOCENTE PRESENTERA’ ALCUNI BRANI DI MUSICHE KLEZMER (EBRAICHE)

 LETTURE DI DADA LUPA DI BRANI TRATTI DAL TESTO ‘L’INFERNO DI TRIBLINKA DI VASILIJ GROSSMAN

PRESENTAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA DA PARTE DI RAFFAELE PETRONE – Docente di storia dell’arte IC3-lame che ha curato la parte artistica e grafica e Matteo Vescovi – docente di Italiano e storia dell’IST. AGRARIO SERPIERI che ha curato gli aspetti storici e le didascalie

MATTEO VECOVI E DIMITRIS ARGIROPULOS PRESENTANO SEMINARIO CESP-CENTRO STUDI PER SCUOLA PUBBLICA SU  SCOLARIZZAZIONE ,COEDUCAZIONE E MOBILITA’ SOCIALE  DEI RAGAZZI ROM-SINTI

  
 ORE 20
 ANTIPASTI ZIGANI ED EROTICI come R-esistenza o riaffermazioni di esistenze negate e cancellate

 Giorgio Simbola e il piccolo concerto di musichegipsy e swing
ORE 22
CONCERTO JENISCHE –PROGETTO MEHR
(MEHR, POETA SVIZZERA APPARTENENTE ALLE COMUNITA’ NOMADI O ‘ZINGARI BIANCHI’ O JENISH SOTTOPOSTI A PRATICHE EUGENETICHE O STERILIZZAZIONI TRA ANNI TRENTA E OTTANTA DEL SECOLO
Fabio Turchetti / Daniela Coelli
Mio angelo di cenere”
Lo spettacolo è basato sulle poesie di Mariella Mehr, una poetessa svizzera di origine rom autrice di romanzi, libri di poesie e opere teatrali che ha fatto delle persecuzioni subite dal suo popolo il centro della propria scrittura.   Nello spettacolo che alterna momenti recitati ad altri cantati  Daniela Coelli  recita e canta mentre Fabio Turchetti suona la fisarmonica e la chitarra.
Ci sono generalmente altri due musicisti in scena: Luca Congedo al flauto e Luca Garlaschelli al contrabbasso (ma esiste la versione ridotta in duo o quella ampliata con altri attori/musicisti) 
Un po’ di storia
Mariella Mehr è nata a Zurigo ma ha vissuto a lungo in Toscana. Nel 2007  in occasione della presentazione delle sue poesie al teatro Fraschini  di Pavia Fabio Turchetti è stato chiamato ad accompagnarla sul palco musicando e cantando  alcune  liriche originariamente scritte in tedesco e tradotte in italiano da Anna Ruchat. Le atmosfere che ha scelto per “metter in musica” queste  liriche sono ovviamente  quelle del mondo gitano, dalla rumba flamenca allo swing manouche
A questo  esordio di Pavia  sono seguiti poi alcuni festival tra cui quello della letteratura di Chiasso dove sempre nel 2007  il concerto è stato registrato in diretta dalla radio svizzera. La registrazione è stata  stampata e pubblicata nell’ omonimo cd pubblicato dalla CPC. Con il peggioramento della salute di Mariella la collaborazione si è poi interrotta. Nel 2014 è nata questa nuova versione con un taglio più teatrale dove Daniela Coelli  oltre che  cantare e recitare le liriche di Mariella ha inserito due momenti di prosa tratti dal romanzo “La Bambina”ed alcuni brevi estratti del libro di Isabel Fonseca “Seppellitemi in piedi “. Lo spettacolo è stato portato in giro negli ultimi anni in varie città italiane tra cui Roma, Desio (MI),Lodi,Piacenza, Montebuono(PG),Castelverde, Cremona.
Mariella Mehr, nata a Zurigo nel dopoguerra, il 27 dicembre 1947, da madre zingara di ceppo Jenische, vittima dell’operazione Kinder der Landstrasse, (bambini di strada)  ha fatto della denuncia della persecuzione del suo popolo il centro della propria scrittura, vincendo numerosi premi e la Laurea Honoris Causa nel 1998 dalla Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università di Berna per l’impegno per i diritti delle minoranze e dei gruppi emarginati. Gli Jenisch, una etnia nomade diffusa in particolar modo in Germania e in Svizzera negli anni’40, erano già stati vittime, insieme ad altre etnie nomadi, di una cruenta persecuzione nazista che, in nome della famigerata politica razziale, li aveva prima imprigionati e poi gasificati nei campi di sterminio di mezza Europa.  Già nella primissima infanzia fu strappata alla madre per essere consegnata a famiglie affidatarie, orfanatrofi, istituti psichiatrici, in quanto la rottura totale tra il bambino e il suo universo familiare era ritenuta condizione indispensabile per l’estirpazione del fenomeno zingaro (dal 1926 al 1972 furono 600 i bambini sottratti a forza alle loro famiglie nell’ambito di un programma che doveva plasmarli secondo i modelli della società sedentaria).
E’ da questa esperienza di sradicamento, segregazione e colpevolizzazione che nascono tutte le opere della Mehr, in particolare i romanzi della “trilogia della violenza”, di cui La bambina fa parte, e la raccolta di poesie Notizie dall’esilio, alcune delle quali musicate da Fabio Turchetti nello spettacolo Mio Angelo di Cenere.
Isabel Fonseca vive a Londra. Scrive sul Times, The Nation e  The Wall Street Journal. Ha pubblicato “Seppellitemi in piedi “ nel 1999 dopo una lunga serie di studi presso le comunità rom dell’est Europa

periferie e memorie attive di COMUNIMAPPE IN COOPERAZIONEtrasversale con

          CESP-CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA – via San Carlo, 42
          IC3 -DOZZA-BARCA (Dirigente Mariolina Rocco e Coordinamento progetto Memorie attive- Docenti  Loredana Magazzeni Giorgio Simbola
          AMIRS – ASSOCIAZIONI MEDIATORI INTERCULTURALI ROM E SINTI (Tomas Fulli – mediatore della comunità urbana Sinta e Milan Jovanovic – mediatore per la comunità urbana Rom)
–  CENTRO SOCIALE 20 PIETRE -VIA MARZABOTTO 2- BOLOGNA(Maurizio Pullici)
– ALCUNE SOGGETTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE SMASCHERAMENTI LEGBT- EX ATLANTIDE SGOMBERATO (RenATO Busarello)
– ERMADRID – CULTURE RESISTENTI E CRITICHE ITALIANE  A MADRID (elisabet)
– TORE PANU -MUSICISTA FISARMONICISTA DI CANTI POPOLARI 
– JOVEL RADUCAN – MUSICISTA E FISARMONICISTA ROMANI’
– Attivista politico culturale Giampiero Lipparini -ANPI BORGO PANIGALE
          DIMITRIS ARGIROPOLUS – DOCENTE DI PEDAGOGIE DELLA MARGINALITA’ PRESSO  UNIVERSITA’ DI PARMA 
CON UNA GRANDE ESPERIENZA DI RICERCA E ATTIVITA’ DI PEDAGOGIA DI STRADA TRA LE COMUNITA’ UNRBANE ROM E SINTE DELLA NOSTRA CITTA’.  HA CONTRIBUITO CON PROPRIE CONOSCENZE E RELAZIONI ALLA REALIZZAZIONE DEL SEMINARIO DI FORMAZIONE – PERCORSI DI SCOLARIZZAZIONE PER
 ROM E SINTI CHE SI TERRA’ 
IL 03 FEBBRAIO DALLE 9 ALLE 13, AULA MAGNA DELL’IC3 –DOZZA-VIA DE CAROLIS 23.
per iscirizone al seminario di formazione -docenti- nazionale  – informarsi 

su  www.cespbo.it
e  scrivere al Prof. Matteo Vescovi – email: m.vescovi79@gmail.com

 informazioni in rete
 comunimappe.blogspot.com (pino de March,libero ricercatore )
www.cespbo.it (Gianluca Gabrielli, Edoardo Recchi e Matteo Vescovi docenti e coordinatori di seminario )
CONTATTI ED INFORMAZIONI.
comunimappe@gmail.com 
blog: comunimappe.blogspot.com 
Pino de March – accordatore e coordinatore di Comunimappe ringrazia anticipatamente tutte le persone che si sono rese disponibili e spese per realizzare tali eventi di periferie e memorie attive.

3-2-2018 -Giornata nazionale (auto)formazione docenti

Cesp – Centro studi per la scuola pubblica 
Percorsi di scolarizzazione                  e coeducazione con alunne/i rom            

Attenzioni, sguardi, distanze, prospettive di inclusione nella scuola pubblica

Bologna, Sabato 3 febbraio 2018 ore 9.00 – 13.30
presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna
Programma del seminario
ore 9-11 la condizione scolastica di Rom e Sinti nella scuola italiana dell’obbligo
Matteo Vescovi: Presentazione della giornata e della mostra sul Porrajmos
Gabriele Roccheggiani: Escludere includendo. Teorie e pratiche socio-educative nelle classi
speciali “Lacio-Drom”
Dimitris Argiropoulos: La co-gestione delle differenze culturali e la pedagogia dell’Accoglienza
nella scuola. Mediazioni, per esplorare creare e gestire relazioni e apprendimenti scolastici in una
prospettiva inclusiva.
Pausa
ore 11.30-13.30 esperienze didattiche tra stereotipi, domande e buone o cattive prassi
Elena Bergonzini: “La memoria e i dimenticati”, laboratorio didattico a cura della Scuola di pace
di Monte Sole.
Condivisione, rielaborazione e discussione delle esperienze educative e didattiche dei partecipanti.
 Promuove la  seede di Bologna, Via San Carlo,23
cespbo@gmail.com www.facebook.com/cespbo/
Per le iscrizioni scrivere a cespbo@gmail.com
Per gli interventi nel laboratorio didattico
Nella seconda parte della mattina ci sarà anche un momento dedicato allo scambio di esperienze
didattiche tra collegh*. Chiediamo quindi a chi ha esperienze con alunne/i Rom e Sinti maturate in
classe o nella propria vita personale e professionale di arricchire con il suo racconto il laboratorio.
Chi vuole contribuire deve inviare a cespbo@gmail.com entro il 20 gennaio 2018 il titolo e un breve
abstract dell’intervento (massimo una pagina) in cui descrive il grado scolastico in cui si è
intervenuto, le problematiche educative di partenza, le caratteristiche della scelta didattica operata,
gli eventuali aspetti problematici ancora irrisolti.
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Presentazione del seminario di formazione
Esiste una specificità nelle attuali condizioni di inserimento e di successo formativo degli alunni
Rom e Sinti nella scuola dell’obbligo italiana?
Quali sono gli elementi di una certa problematicità che investe i percorsi di scolarizzazione degli
alunni rom provenienti da varie comunità (rom e/o sinti) e che interessa particolarmente gli alunni
provenienti da una situazione abitativa di “campi nomadi”?
Come collegare la scuola alle condizioni di vita degli alunni e come finalizzare relazioni e
apprendimenti scolastici ad una possibile mobilità sociale?
Il seminario di studi organizzato dal CESP (Centro Studi scuola pubblica) si propone l’obiettivo di
restituire ai partecipanti degli strumenti critici per rispondere a queste domande a partire dalle
difficoltà vissute e constatate quotidianamente nelle comunità romanì e nella scuola.
Una particolare attenzione sarà dedicata anche alle risposte che la scuola della Repubblica italiana
ha elaborato nel tentativo di raggiungere l’obiettivo dell’integrazione e alle contraddizioni che
queste proposte hanno generato, dalle classi differenziali degli anni 60 alla classificazione degli
alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) di oggi.
La seconda parte del corso, utilizzando metodologie di tipo laboratoriale e il confronto tra le
esperienze personali, sarà dedicata all’analisi di situazioni problematiche e alla elaborazione di
possibili percorsi didattici ed educativi, volti sia a decostruire gli stereotipi negativi e positivi nei
confronti delle minoranze “zingare”, sia a suggerire proposte di interventi didattici che possano
davvero favorire il successo formativo di questi alunni e alunne.
Esperienze a confronto
A questo scopo, vorremmo che questa seconda parte si configurasse anche come un momento di
scambio di esperienze. Perciò ci sarà la possibilità di mettere in comune le pratiche didattiche e
l’occasione per confrontarsi. Chiediamo quindi a chi ha esperienze con alunne/i Rom e Sinti
maturate in classe o nella propria vita personale e professionale di arricchire con il suo racconto il
laboratorio. Chi vuole partecipare deve inviare il titolo e un breve abstract dell’intervento (massimo
una pagina) in cui descrive il grado scolastico in cui si è intervenuto, le problematiche educative di
partenza, le caratteristiche della scelta didattica operata, gli eventuali aspetti problematici ancora
irrisolti. Le proposte vanno inviate a cespbo@gmail.com entro il 20 gennaio 2018. I partecipanti
avranno in anticipo la raccolta degli abstract e gli autori avranno 10 minuti per illustrare la loro
esperienza.
Mostra: “Porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari”
Durante la giornata verrà presentata la mostra “Porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari”
allestita all’interno della scuola media Dozza dal 20 gennaio al 10 febbraio, nel contesto di una serie
di attività interculturali contro stigma, pregiudizio, indifferenza o paure del “diverso” tenute nella
scuola dall’associazione AMIRS (mediatori interculturali Rom e Sinti) in cooperazione con la
“Libera comune università-pluriversitá della Bolognina”. La mostra è disponibile per eventuali altri
allestimenti all’interno delle scuole. Nelle nostre intenzioni vuole essere un’occasione per parlare
con gli alunni e le alunne della condizione di marginalizzazione e persecuzione delle popolazioni
“zingare” d’Europa.
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Informazioni sugli interventi e sui relatori
Titolo:
La co-gestione delle differenze culturali e la pedagogia dell’Accoglienza nella scuola.
Mediazioni, per esplorare creare e gestire relazioni e apprendimenti scolastici, in una prospettiva
inclusiva.
Abstract:
“Gli zingari culturalmente differenti sono percepiti e disegnati come “persone di origine nomade”
da riadattare per includerli nel resto della società. Una volta oggetto di riadattamento, sono percepiti
e disegnati come disadattati e il loro disadattamento si attacca all’immagine che si fa di loro.
Il condannabile è immaginato e come tale è condannato. E come condannato è forzatamente
condannabile e lo resta. Il discorso è chiuso, ma non l’interrogativo che lo riguarda.” Jean Pierre
Liégeois
I rom in situazione abitativa di campo “nomadi” vivono una speciale condizione di apartheid e la
loro condizione umana è sminuita nonché segnata dalla separazione, dalla descrizione negativa,
dalle discriminazioni, dall’isolamento e dall’estrema povertà economica e relazionale.
Questa popolazione affronta il paradosso, l’ossimoro, di considerare un messaggio altamente
contraddittorio: è “invitata” dalle istituzioni, centrali e/o locali, attraverso abbandoni, sgomberi,
violenze ma anche attraverso leggi, regolamenti, tutele ad abitare nei campi e nello stesso tempo
e dalle stesse istituzioni, è “invitata” ad inviare i loro figli e figlie alla scuola impostata sul modello
inclusivo (si proclama tale). All’esclusione abitativa e di vita si contrappone l’inclusione
scolastica. Di conseguenza i rapporti con la scuola presentano una certa criticità costituita da
abbandoni, conflitti, malintesi, avversità, che si estende agli apprendimenti disegnati e vissuti come
difficili e talvolta impossibili, di fatto a-storici, non contestualizzati, costrittivi, che cristallizzano,
oggettivandone la presunta ineducabilità, gli alunni/e rom.
Relatore: Dimitris Argiropoulos
Docente dell’Università di Parma, insegna Pedagogia speciale ed Educazione Interculturale.
Titolo:
Escludere includendo. Teorie e pratiche socio-educative nelle classi speciali Lacio Drom
Abstract
” A causa della sua cultura lo zingaro è in ritardo, è un bambino che deve essere aiutato a crescere, a
recuperare il suo gap” (Mirella Karpati)
L’inclusione scolastica delle minoranze rom e sinti in Italia coincide per circa un ventennio (anni
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
’60-’80) con le classi speciali Lacio Drom, con l’effetto paradossale di rafforzare la rappresentazione
di questa popolazione come esterna a quella italiana. Tale politica educativa nasce da un combinato
di saperi, esperti psico-pedagogici e istanze istituzionali, la cui genealogia e articolazione offre
ancora uno sguardo dialettico sul presente.
Relatore: Gabriele Roccheggiani
Dottore di ricerca in Sociologia presso l’Università di Urbino Carlo Bo.
Docente di Storia e Filosofia presso il Liceo artistico Edgardo Mannucci di Ancona.
Titolo: “La memoria e i dimenticati”
Abstract
Ogni memoria istituzionale, di comunità, familiare, è il risultato di scelte: si sceglie cosa ricordare e
cosa tralasciare. Lo scopo di questa attività laboratoriale è stimolare una riflessione sui meccanismi
che guidano queste scelte e su come stereotipi e pregiudizi radicati possano esserne sia la causa che
il prodotto.
Conduce il laboratorio:
Elena Bergonzini, educatrice della Scuola di Pace di Monte Sole.
Per le iscrizioni scrivere a cespbo@gmail.com
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Modello richiesta esonero per partecipazione al seminario di formazione
Al Dirigente scolastico del __________________________________
di _________________________
La/il sottoscritta/o ________________________________________________
In servizio presso questa Istituzione scolastica, in qualità di
_______________________________________________________________
chiede di essere esonerata/o dal servizio, ai sensi dell’art. 64 commi 4, 5, 6 e 7 del
CCNL 2006/2009, per partecipare al convegno nazionale di aggiornamento e
formazione su:
Percorsi di scolarizzazione e coeducazione con alunne/i rom
promosso dal CESP (Dir. MIUR n. 170/2016), che si terrà a Bologna, Sabato 3
febbraio 2018 ore 9.00 – 13.30 presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna
Si impegna a produrre il relativo attestato di partecipazione al rientro in sede.
Firma
______________________________
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.

IN COOPERAZIONE CON ISTITUTO COMPRENSIVO 1 -DOZZA-LAME-VIA A. DE CAROLIS 23-BOLOGNA
E LIBERA COMUNE UNIVERSITA’  PLURTIVERSITA’ BOLOGNINA