Nuove relazioni di genere

Comuni-mappe: Libera comune Università pluriversità Bolognina, presenta:

Nuove relazioni di genere:
crisi, violenza in forma sessista, misogena ed omofoba
per una educazione alle emozioni
e per un soluzione non violenta dei conflitti interpersonali e sociali.
Accompagnamento e cura in primis delle donne violate e matrattate e degli omosessuali e delle lesbiche oggetto di pregiudizio e violenze,
ed in fine accompagnamento e progetti e di cura dei maltrattanti detenuti verso una rigenerazione personale e integrazione sociale.


 
 
Ricerc-azione-cambiamento attraverso
un seminario semestrale e lezioni interattive


 

 
 
Relator*:
Dott. Giuseppe Battaglia Vice-Presidente Istituto Psicoanalitico di orientamento culturale -Fromm -Bologna
 
Dott.ssa Giuditta Creazzo ricercatrice ed autrice di analisi su confilitti di genere e progetti con casa delle donne per protezione e cura delle donne maltrattate e progetti con “maschile plurale” di cura e accompagnamento dei maltrattanti detenuti con politiche sociali ed educative antisessiste ed antiomofobe.
 
Dott.ssa Gabri Covri -della Comune Accademia -Comuni-Mappe -filosofa critica e ricercatrice su : L’amore nella filosofia
 
Dott. Pino de March della Comune Accademia – Comuni-mappe – filosofo critico e ricercatore su: psico-analisi esistenziali, approcci psico-corporei e nuove neuroscienze sociali.
 
 
 
I SEMINARI E LE LEZIONI INTERATTIVE SI SVOLGERANNO PRESSO:
 
– HUB – VIA SERRA 2/F (BOLOGNINA)

VENERDI’ 19 DICEMBRE 2014
dalle 18 alle 20
 
LE VARIE FORME DEL NARCISMO SOCIALE TRA SANE ESTENSIONE DELL’IO AL SE’
E INSANE RESTRIZIONE DEL PROPRIO IO. (2° parte)
Dott. Giuseppe Battaglia
psiconalista e vice-direttore dell’Isituto Fromm di Bologna
 
(approfondimenti in calce)
Prossimi appuntamenti:

Lezioni 2015
1° lezione
16 gennaio 2015
mutazioni e dilatazioni dei generi in forme singolari e plurali
con Renato Busarello
antagonismo gay-cassero di santo stefano
2° lezione
23 gennaio 2015
nuovi ambiti di comunità
per una riflessione sui beni comuni
Zanchetta-del gruppo camminandodomandando
3° lezione
6 febbraio 2015
relazioni erotiche, conflittuali e complesse tra generi
Agnese Solo -sex-shop-

4° lezioni
13 febbraio 2015
Donne Maltrattate e Uomini Maltrattanti
Forme possibili di autodifesa sociale contro la diffusa violenza maschile e per altre forme di relazione tra generi:
– come prendersi cura delle donne maltrattate

– come ritrovare nuove forme di aggregazione maschile e di auto-coscienza 
– come contrastare atteggiamenti di complicità maschile
– come reinserire i maltrattanti in una società mutata.

———————-

Eventi già realizzati:

VENERDI’ 28 NOVEMBRE 2014
dalle 18 alle 20
 
NARCISISMO E RELATIVE PSICOPATOLOGIE SOCIALI (1° parte)
Dott. Giuseppe Battaglia
 
VENERDI’ 5 DICEMBRE 2014
dalle 18 alle 20
 
LE TRE FERITE NARCISISTICHE E LA CRISI DELL’UMANESIMO E DELL’ANTROPOCENTRISMO
Dott. Pino de March
—————
————————————–
Approfondimenti:
 
LE VARIE FORME DEL NARCISMO SOCIALE
Introduzione
“L’enorme cambiamento nell’atteggiamento della psicoanalisi verso il narcisismo, avvenuto grosso modo a partire dal 1970 non restringe più la normalità al superamento del narcisismo primario(*) bollando come patologia la sua persistenza [….]
Il narcisismo è oggi considerato da molti come qualcosa che dura tutta la vita e che può assumere modalità sane o patologiche a seconda delle situazioni.”
tratto da autori vari: A. Samuels, B.Shorter, F.Plaut, Dizionario di Psicologia analitica, Cortina, Milano,1987, p.100.
(*)
“narcisismo primario: è concepito come uno stadio intermedio tra -autoerotismo e -alloerotismo, in cui il bambino investe tutta la sua libido su se stesso prima di rivolgerla agli oggetti esterni. Rispetto
all’autoerotismo, dove ciascuna pulsione cerca il proprio appagamento legato al funzionamento di un organo, nel narcisismo primario l’appagamento è ancora autoerotico, ma con riferimento ad un’immagine unificata del proprio corpo o ad un primo abbozzo dell’Io. “
tratto dalle Garzantine -Psicologia – p.676, curata da Umberto Galimberti.
E’ merito di psiconanalisti non ortodossi come Fromm e Marcuse , o non allineati come Kohut o altre donne Psicoanaliste critche come Melain Klein se si comincia a intravvedere e lasciar emergere un dissidente narcisismo- affermativo di sè in relazione creativa con altri sè (peer to peer-tra pari, senza padri).
“il narcisismo marcusiano come legame col tutto, anzichè come separatezza, come possibilità creativa, artistica, panteistica, anzichè come morboso solipsismo, ha oggi varcato la soglia dell’ortodossia psicoanaltica in una data carica d’implicazioni.”
tratto da Klaus Strzyz , Narcisismo e socializzazione, trasformazione sociale ed il mutamento di dati
caratteriali, Feltrinelli, Milano 1981.
Negli anni sessanta e settanta “l’aleatorietà dei rapporti oggettuali e l’incremento di aspettative magiche nel doppio aspetto di dipendenza e diffidenza rispetto allo Stato ha universalizzato i processi narcisistici in parallelo alle nuove forme di produzione e consumo, la psicoanalisi non poteva che allargare i limiti della liceità dell’investimento libidico su se stessi come unica alternativa ad allinearsi su ipotesi di maggioranze devianti”:
Tratto da Heinz Kohut, narcisismo ed analisi di sè, Boringhieri, Torino,1976. e la guarigione del sè, Boringhieri,Torino 1980
“Ma questo nuovo narcisismo è poi così lontano da un auto-investimento dell’io, l’auto-legittimazione, da (di) tutte le forme di pensiero ed organizzazione che rimandano a auto-valutazione, auto-orgnaizzazione, auto-determinazioni, auto-regolazioni, auto-coscienza, che negano poteri di investitura a leggi esterne codificate in rappresentanza della totalizzazione del potere Statale?
Come se impercettibilmente il termine auto’ …., da negativo stesse virando al positivo, nelle accezioni che abbiamo già visto, come il ‘ sii assolutamente fedele a te stesso’ , della controcultura, che sostituisce la negatività esclusiva di ‘autoerotico’, ‘autistico’, ‘autarchico’ ecc.
In collegamento alla rivalutazione del narcisismo altri grossi fenomeni iniziati negli anni precedenti, hanno raggiunto uno sviluppo impensabile, come la psicoterapia delle psicosi che ha strappato queste affezioni da vecchie definizioni come ‘nevrosi narcisistiche’ che, insieme al narcisismo primario, le inchidavano inesorabilmente all’incurabilità, per impossibilità del transfert. Le difficoltà del rapporto terapeutico con la follia sono così passate da lei a noi, alle difficoltà ad accettare proprio l’eccesso di investimenti trasferali, a condividerne l’inriducibilità e l’eversività, la fusione dei contrari come infinita felicità e terrore infinito che sembrano sgorgare senza freni, senso immediato, sommergendo l’io, il rapporto terapeutico. Ma perchè questi processi diventassero capacità di rapporto l’accento si è dovuto spostare dai padri alle madri, su tragitti spesso ostacolati proprio dal patriacalismo dell’ortodossia, e favoriti invece dal lavoro di numerose analiste.”(1)
Freud aveva soppresso la distinzione tra autoerotismo e narcisismo perchè colloca il narcisismo primario ad uno stadio della vita, antecedente alla costituzione dell’Io, il cui modello è la vita intrauterina caratterizzata dalla relativa assenza relazioni oggettuali. Questa considerazione è stata rifiutata daMelain Klein inzitutto perchè il narcisismo come relazione con la propria immagine non può essere pensato in un contesto assolutamente privo di relazioni, e in secondo luogo perché anche il neonato esperisce relazioni oggettuali d’amore e di odio.
“Da qui la rivalutazione dell’empatia, la definizione dei border-line, gli stati intermedi, da accogliere nella terapia empaticamente come madri per poter accedere poi all’uso discriminante, paterno, dell’interpretazione, proprio come per le psicosi, anche se con tecniche diverse. Da qui lo spostarsi dell’accento dall’Io al Sè, pe includere più profondamente gli affetti, l’allargarsi di concetti. Se l’ empatia ci parla di contaminazioni, accoglimento magico, preverbale dell’altro attraverso l’immagine di se stessi, la riscoperta delle madri, l’importanza della simbiosi, allude all’incesto.-
E l’incesto ci porta a Tebe, a Edipo ….
Incesto che la nostra cultura teme come la morte, la regressione, il riassorbimento che rimanda all’indistinto, l’indifferenziazione, il divoramento come antagonista della continuità dll’Io. Incesto come contrapposizione ai nostri valori, al nostro Io allora. Certo, ma al nostro Io, ai nostri valori storici. E l’io matriarcale? (1)
[…….]
Per cui la paura dell’incesto è solo il prodotto del principio patriarcale che deve negare il ritorno al grembo, alla indifferenziazione del non vissuto, dell’inconscio, come perdita di sè e follia. Di questo ci parla Edipo, molto di più che del conflitto col padre. Per questo è stato assunto in cielo, come altri ero, e poi Maria nell’Olimpo cristiano, ma cieco, depotenziato, chiuso nella sua interiorità, colto esclusivamente come regressione, condannato solo a vedere narcisisticamente se stesso senza più vedere il mondo, ma costretto, proprio per questo anche a delegittimarsi. Cieco e depotenziato, dicevo, assunto in cielo per neutralizzare contrari minacciosi e antagonisti, divinizzandoli a patto di snaturarli, come Dioniso….(1)
[…]
Anche Antigone, figlia di Edipo, sangue di Labdacidi è di questo segno, minacciosa. Ma per lei il cielo resta vuoto, non ci sono dei che la proteggono, che la redimono anche a patto di trasfigurarla, sfigurala. Proprio per questo Antigone ritorna secolo dopo secolo: lo spettro dell’eticità della disubbedienza che perseguita l’eticità dello Stato. (1)
[….]
il narcisitico antigonico ‘non tradire te stesso’che dalla controcultura investe il pacifismo e utti gli aspetti non violenti della contestazione ha la stessa base, nucleo,matrice sucui l’estrema irriducibiole opposizione al sistema, allo Stato ha costruito la sua eticità.
[….]
 
E per questo senza togliere nulla alla condanna politica del terrorismo che non può essere che definitiva, perentoria, inequivocabile, per la violenza, il sangue versato, per le distorsioni a cui ha obbiligato l’opposizione al sistema, per l’arroganza di agire in nome delle masse
(qui il narcismo sano come autodeterminazione ed estensione del sè -sfera dei bisogni e dei desideri – diventa narcismo insano di un io egoico -trofo totalizzante- che soffoca ogni possibile affermazione di un sè aperto e cooperante con altri sè in rivolta contro l’interdetto -liberato dalle varie forme di oppressione dall’interno e dall’esterno.)
Ma la condanna politica e comprensione psicologica non sono dello stesso registro. (1)
[…]
Antigone è la continuazione della opposizone cosciente (della perdente ) perchè incarnandosi in una donna rende esplicita, senza maschera la sostanza della violenza che la sovrasta. Il cielo per lei è vuoto perchè nessun dio vuole diffendere la sacralità del suo diritto a seppellire il fratello(terrorista) , perchè gli dei sono tutti, ormai, omologhi alla legge scritta che la condanna. Non ci sono diritti per i vinti. Per questo il suo gesto di testimonianza senza trasfigurazioni: non può esserci pietà per lei come non ce ne stata in migliaia di anni per le madri, le donne uccise.(1)
[..[]
Solo un sistema globale di auto-determinazioni individualmente e universalmente responsabili, liberato per sempre dalla penuria e dai suoi perversi esiti psicologici e normativi, che non necessiti più della violenza della sanzione come unica alternativa all’auto-esclusione perchè in grado di gestire contrattualmente tutte le contraddizioni, non farebbe più tornare la figlia di Edipo. (1)
(1) frammenti tratti da Paolo Trachina, la rinascita delle dee, pp.209-214 -edizioni Metis-1991.
Presentazione a cura di Pino de March, docente e ricercatore della Comune Accademia -Comuni-mappe-
 
————————————
 
 
Breve presentazione prime lezioni interattive:
 
LE TRE FERITE NARCISISTE E LA CRISI DELL’UMANESIMO ED ANTRO-POCENTRISMO           

Relaziona Pino de MARCH della Comune Accademia 
– Libera Comune Università Pluriversità Bolognina

“…Freud ha visto bene le implicazioni di questo portare l’inconscio in primo piano quando ha parlato delle tre grandi ferite narcisistiche che il pensiero moderno ha arrecato agli uomini. La prima ferita narcisistica è stata quella inflitta da Copernico: l’uomo non è più al centro dell’universo perché la Terra è semplicemente un pianeta che gira intorno al sole insieme ad altri pianeti; la seconda ferita è stata quella provocata da Darwin, che ha mostrato come l’uomo non sia una creatura che viene direttamente da Dio, ma piuttosto un animale che viene da una filiera biologica, da cui si differenzia per via evolutiva; la terza è che la coscienza non è la sovrana assoluta che voleva la tradizione – e in fondo anche quando noi guardiamo noi stessi, magari per giustificarci, ci rendiamo conto che le cose non stanno così, che c’è tanto di non conosciuto che ci determina e ci guida.”
Umberto Galimberti in Freud, Jung e la psicoanalisi
 

La lezione interattiva – le tre ferite narcisiste e la crisi dell’umanesimo e antropocentrismo- verterà su  un frammento delle lezioni di Sigmund Freud , “effettivamente tenute all’università di Vienna, come professor extraordinarius, tra il 1915-17 (Vorlesungen zur Einführung in die Psychoanalyse)  (leioni di introduzione alla Psicoanalisi).

Il frammento che sarà oggetto di commento è tratto dalla 18  lezione, parla della scoperta dell’inconscio e racconta di come lui e l’amico psichiatra dinamico(* ) Breuer arrivarono ad essa  attraversando l’isteria delle loro pazienti. Freud e Breur avviarono così il definitivo declino dell’umanesimo e dell’antropocentrismo dominanti, enunciando le tre storiche ferite narcisiste inferte dalla modernità e dalla scienza emergente all’uomo. Per uomo s’intende il maschio prima che la femmina, visto che le donne erano le vittime insconscie del suo dominio patriarcale incotrastato; tra le altre cose le stesse donne pazienti  saranno l’oggetto di un’infintà di terapie (dalla caccia alle streghe degli inquisitori ad una  certa psichiatria ipnotista e organicista. 
Bertha Pappenhein, era tra le  più note pazienti di Freud-Breuer celata sotto lo pseudonimo Anna O (il modo con cui venivano nominati i casi clinici).  
 
(*)Dinamici erano chiamati i medici-psichiatri della fine dell’ottocento  che abbandonavano la  settecentesca pineliana(Pinel è lo psichatra illuminista francese iniziatore della psichiatria determinsta-organicista) visione determinista della malattia mentale spiegata sulla base di una relazione di (causa-effetto) e  anche di quella  organicista  la quale associava ogni malattia del corpo alla patologia di un organo, allo stesso modo le malattie mentali venivano correlate alla patologia del sistema nervoso;  questi psichiatri  dinamici cominciavano ad intuire che i sintomi della cosidetta malattia metale non era associabile per causa ed effetto ad un organo di riferimento ammalato come poteva essere  inteso in quel tempo il cervello ma piuttosto  che  tali sofferenze dipendevano  da una afflizione psichica  o da dinamiche relazionali patogne familiari.
 
——————————–
 
NARCISISMO E RELATIVE PSICOPATOLOGIE SOCIALI
 
ERICH FROMM, da: PSICOANALISI DELL’AMORE , 1964.
A cura del Dottor. Giuseppe Battaglia.
Fromm afferma che: “ la fonte dell’irrazionalità e del male, non è nell’uomo ma nella società, in specie quella contemporanea”. Mette in rilievo tre fenomeni che formano l’aspetto più deviato e pericoloso della vita dell’uomo: “amore per la morte (necrofilia), narcisismo maligno e fissazione simbiotica”. Quest’orientamento, produce la “sindrome narcisistica di decadimento”, che spinge a distruggere per amore della distruzione e ad odiare per odiare, riducendo la coscienza al silenzio. Tutte le forme di autoritarismo in misura diversa, creano dipendenza e rientrano nella “sindrome di decadimento”, all’opposto vi è la “sindrome di crescita”, che promuove l’amore per la vita contro la morte, l’amore per l’uomo contro il narcisismo maligno, la ricerca di indipendenza contro la fissazione simbiotica e l’idolatria. La “sindrome di crescita”, promuove l’essere creativo, lo sviluppo e la democrazia.
Nel narcisista, esistono solo esperienze emotive soggettive, essi non reagiscono realisticamente al mondo esterno come succede nell’illusione paranoica. Paure e sospetti soggettivi nel paranoico si oggettivizzano nel mondo esterno, in tal modo si convince che gli altri sono dei cospiratori contro di lui e allora si predispone alla guerra. La differenza fra paranoico e nevrotico è data dal fatto che il nevrotico, ha paura di essere odiato e perseguitato e lo sa, per il paranoico, tutto ciò è verità, la paranoia è diventata un modello di funzionamento. Esempi storici di personalità narcisistiche collocabili nell’ambito della follia che hanno raggiunto un potere straordinario, sono stati: i faraoni d’Egitto, i cesari di Roma, Hitler, Stalin, ecc. Questi, convinti di essere Dei, hanno esercitato un immenso potere fondato sulla morte, Fromm direbbe che questi erano affetti dalla sindrome di decadimento maligno.
 
—————————
 

donna & psicoanalisi Sabine Spielrein 

LA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’  PLURIVERSITA’  BOLOGNINA
presenta 
 
donna & psicoanalisi
Sabine Spielrein 
 
 
“Sabine Spielrein è stata una delle prime donne a praticare e scrivere come terapeuta  delle psicopatie. Fu una  pioniera come Tony Wolf, Maria Bonaparte,  Anna Freud e Helen Deutsch,  Lou Andrè Salomè” (Donatella Massara)
VENERDI’   7  marzo  2014
 
HUB Via serra 2/F (stradina laterale al Teatro Testoni)
Dalle ore 19 alle 22
Sabine Spielrein 
film – Prendimi l’anima – di R. Faenza
 
pausa  aperitivo conviviale
 
segue  presentazione  amori-pensieri-vita di una protagonista del XX secolo
——————————— 
 
 
Note e scavi
Negli  ultimi anni del 1977, Aldo Carotenuto, uno psicoanalista junghiano docente di Teoria della personalità  presso l’Università di Roma e deceduto alcuni anni fa,  scopre per caso una collezione di documenti  dispersi da lungo tempo.
Essi sono stato  conservati,  sempre per puro caso, in anni passati, negli  scantinati di un edificio che era stato in anni passati, sede dell’Istituto di Psicologia di Ginevra.
Le carte sono appartenute alla dottoressa Sabine Spielrein , una delle pioniere della psicoanalisi, che nei primi anni del Novercento aveva  per qualche mese analizzato Piaget.
Nel 1923, la Spielrein, decise di tornare alla sua Russia,  e fu  probabilmente  in quell’occasione che abbandonò quelle carte. 
Tra i documenti rinvenuti  vi erano 20 lettere di Freud molte più altre di Jung.
Dalle lettere si comprende la straordinaria influenza che Sabine Spielrein esercitò sull’evoluzione del pensiero di Jung e del  ruoloche ebbe nelllo sviluppo della psicoanalisi freudiana e junghiana. E questo emerge non solo dalle lettere che Freud e Jung le scrissero, quanto dagli abbozzi e dalle copie delle lettere che lei scrisse  loro e del suo diario frammentario ma estremamente rivelatore.
Da queste lettere e questo frammentato diario ho tratto informazioni per questo breve mio  abstract-
BIO-PSICO-GRAFIA
Sabine Spielrein nacque a Rostov sul Don il 6 novembre  1885; figlia primogenita di genitori colti e benestantI,   il nonno e il bisnonno sono stati rabbini profondamente rispettati. 
Durante l’adolescenza  Sabine soffrì di un disturbo consiederato da alcuni come schizofrenico e da altri come una grave forma di isteria con tratti schizoidi.
Nell’agosto del 1904 i genitori seriamente preoccupati la condussero all’ospedale psichiatrico Burghoelzli  di  Zurigo di fama internazionale.
K. Jung  lavorava in questo ospedale fin dal 1900.
Sabine fu una tra i primissimi pazienti che Jung  tentò di curare con  la tecnica psicoanalitica; precedentemente  il suo interesse era andato alle pratiche  delle “libere associazioni”  da cui si poteva rivelare molto della vita interiore, studio questo a cui la stessa Sabine prese parte.
Nel 1905 Sabine si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Zurigo.
Poco tempo dopo stette abbastanza bene da poter lasciare l’ospedale e proseguire la terapia come paziente esterna di Jung.
Nel 1911 ottenne la laurea in medicina, discutendo una tesi dal titolo: Contenuto psicologico di un caso di schizofrenia”.
La paziente Sabine Spielrein diventò una studiosa  di schizofrenia,  un medico che curava i disturbi mentali,  una originale pensatrice  le cui idee acquistarono la massima importanza nel sistema freudiano come in quello junghiano.
La relazione amorosa  di Sabine Spielrein ebbe con Karl Jung  ebbe un’importanza  notevole più su di lui e sul suo sistema psicoanalitico che viceversa.
Si parlò di una relazione assimetrica tra Sabine e Karl dal punto di vista sia teorico che pratico, ma anche nell’anomalia di amanti durante la terapia;    in realtà la  relazione tra i due fu  una complice relazione simmetrica : da un lato Jung contribuì come analista a farla abreagire (a farle rivivere il trauma e a farle superare il disturbo ) e dall’altra  la Spielrein  fornì  a Jung  la soluzione pratica e teorica del suo stesso disturbo ;
a  seguito del  mancato riconoscimento d’amore  di karl, la Spielrein assumerà verso Jung  un atteggiamento  ambivalente,  da un lato ella non perse mai  il profondo affetto verso di lui  per esserli stato amante e  maestro-iniziatore alla psicoanalisi, dall’altro provava un profondo astio  e disagio  per l’amore tradito ma più ancora per  l’indifferenza  al  suo amore, che lo stesso Jung  in  riconobbe come una sua bassezza. Qui  le strade cominciarono a divaricarsi :  sia fra loro che verso  il fondatore della psicoanalisi che sarà per Jung il terzo testimone  incomodo.  Mentre  la  Spielrein si accostava a Freud,  Jung  si allontanava da lei e dalla psicoanalisi freudiana. 
Quello che emerge dai carteggi e dalle lettere  tra Sabine e Karl e Freud  è  la taciuta e mai riconosciuta  influenza  che il pensiero di lei ebbe sullo sviluppo delle  due più importanti tecniche psicoanalitiche.  Si capirebbe di più questa influenza se gli eredi di Jung concedessero come hanno fatto  quelli di Freud di rendere pubblico il contenuto delle lettere che Jung scrisse alla Spielrein (circa 46 lettere).
La relazione della Spielrein  con Jung non fu quella di  semplice musa ma di colei che lo assistè  nella sua evoluzione intellettuale.
Dai documenti che  disponiamo  sostiene Bruno Bettlheim e Aldo Carotenuto,   da cui ho tratto molte delle informazioni sui protagonisti di questa nostra ricerca e in particolare sulla  vita  di una sconosciuta ricercatrice e psicoanalista  Spielrein ,  emerge senza alcun dubbio che  alcuni concetti psicoanalitici attribuiti fino ad oggi a Freud e Jung,  furono generati  anche dal contributo  dato alla ricerca da parte diella Spielrein.  Sua  l’idea  dell’ “limmagine delll’anima” della donna nell’incoscio dell’uomo.  L’importanza  data  all’anima dalla psicoanalisi junghiana  è da attribuirsi a Sabine. Non si può neppure tacere  il rilevante contributo che la Spielrein diede al sistema freudiano.  Pochi  anni prima che Freud incorporasse nel suo sistema il concetto di “pulsione di morte” e gli assegnasse un ruolo vitale, la Spielrein scrisse e pubblicò  sullo -Jahrbuch fuer psycoanalistische  und  psycopathologie Forschungen del  1912 – un suo saggio embrionale –sulla distruzione come causa di creazione- che presentò all’interno della struttura psicoanalitica;  si tratta di una sua disertazione sul  rapporto della pulsione di morte e con la pulsione sessuale che Sabine  presentò un anno prima della pubblicazione di Freud  al circolo psicoanalitico di Vienna.
Ma anche molti concetti junghiani  sono direttamente o indirettamente dovuti alla Spielrein.
Non solo il concetto di -Anima – ma anche quello di –Ombra-: che emerge nella personalità repressa, incoscia, autonoma, sembra  derivino  da lei.
In una lettera a Freud in cui Jung cerca di scagionarsi dalle accuse che la Spielrein li fa sostenendo tali giustificazioni  .“di aver avuto un’idea totalmente inadeguata delle sue componenti  poligame, e che grazie a ciò ha imparato dove e come appendere il diavolo  per gli zoccoli”. Jung scrive riferendosi alle esperienze vissute con la Spielrein.  Mi sembra difficile pensare dice Bruno  Bettelheim  che in particolar modo  le ipotesi della persona, dell’anima e dell’ombra non siano che  il distillato di quella esperienza (di transfert e controtransfert).
In una sua lettera  resa pubblica del 1909 alla Spielrein K. Jung scrive: “l’amore di Sabine mi ha reso conscio qualcosa che prima si presentava confuso, cioè una potenza che determina il destino dell’inconscio, questo più tardi lo condusse a delle cose importanti.
Non si deve scordare che Sabine aveva anche altre passioni : la musica. 
Esperimento asilo bianco di Mosca
Sabine si era impegnata a diffondere la psicoanalisi nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche  (URSS) ne dopo  la rivoluzione russa del 1917.
Nel suo Asilo Bianco di Mosca curava ed educava con il  metodo psicoanalitico,  e fu per quei tempi  un’esperienza originale;  si  dice che anche Stalin ci mandasse suo figlio;  ma fu proprio sotto la dittatura staliana che venne ordinata  la soppressione di quella straordinaria esperienza.  Sabine lavorerà  fino al 1936-37 a Mosca dopo di che ritornerà nella sua Rostov.   Il marito da cui avrà due figli morirà poco prima di lei in un ospedale psichiatrico.  
Il lavoro di Vera Schmidt e di Sabine Spielrein
“ negli anni 1921-1923 a Mosca, sulla scia delle profonde trasformazioni politiche e sociali inescate dalla Rivoluzione d’ottobre si colloca un esperimento educativo originale, promosso da Vera Schmidt, una pedagogista formata  alle idee psicoanalitiche, che si proponeva di cercare nuove vie educative per la prima infanzia.  Sulla base delle recenti conquiste e conoscenze fornite dalla teoria psicoanaitica di S. Freud.    Con questo  abstract si vuole ricordare le figure delle due studiose Vera Schmidt e Sabine Spielrein che animato l’iniziativa, il cui lavoro scientifco è riamsto in ombra rispetto a quello dei loro più famosi colleghi S. Freud e K.Jung;   infine si intende rendere conto dei principi educativi che esse cercarono di mettere in pratica nell’asilo sperimentale di Mosca.” ( tratto dall’abstract “ il  lavoro di Vera Schmidt  e di Sabine Spielrein  nell’asilo bianco sperimentale di Mosca”   – blog PaolaSchiavulli-.
 la sua morte rimase per lungo tempo un mistero;
 in questo spazio tempo  qualcuno  provò  a risolvere il mistero  ricorrendo  come tutti  fanno  quando mancano riscontri  reali a delle ipotesi , ipotesi   che col passare tempo, e passando di bocca in bocca assurgono   verità.  Si era ipotizzato che fosse finita vittima di una delle tante purghe staliniane;  le cose però  andarono per lei seppur  tragicamente in altro modo.
In un articolo “Sabina mellan Jung och Freud “  (Sabina  tra Jung e Freud)   – della rivista svedese  Expressen  (1983) , lo studioso di lingue slave  M. LJUGGREN  rivela di essere riuscito a recuperare a Mosca alcune fotografie della Spielrein e a precisare meglio il tempo e le modalità della sua morte.                          Nel  1941 i nazisti che avevano occupato  Rostov sul Don rinchiusero tutti gli ebrei  nella sinagoga  e li trucidarono.  Sabine  che non era stata catturata, si presentò  con le figlie al comando militare  nazista per cercare notizie della scomparsa di alcuni parenti  e anche lei non sortì una sorte diversa.
(testo  elaborato da   Pino de March –
per la Comune Accademia della libera comune  università pluriversità bolognina)
facebook: Comuni Mappe – libera comune università bolognina