3-2-2018 -Giornata nazionale (auto)formazione docenti

Cesp – Centro studi per la scuola pubblica 
Percorsi di scolarizzazione                  e coeducazione con alunne/i rom            

Attenzioni, sguardi, distanze, prospettive di inclusione nella scuola pubblica

Bologna, Sabato 3 febbraio 2018 ore 9.00 – 13.30
presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna
Programma del seminario
ore 9-11 la condizione scolastica di Rom e Sinti nella scuola italiana dell’obbligo
Matteo Vescovi: Presentazione della giornata e della mostra sul Porrajmos
Gabriele Roccheggiani: Escludere includendo. Teorie e pratiche socio-educative nelle classi
speciali “Lacio-Drom”
Dimitris Argiropoulos: La co-gestione delle differenze culturali e la pedagogia dell’Accoglienza
nella scuola. Mediazioni, per esplorare creare e gestire relazioni e apprendimenti scolastici in una
prospettiva inclusiva.
Pausa
ore 11.30-13.30 esperienze didattiche tra stereotipi, domande e buone o cattive prassi
Elena Bergonzini: “La memoria e i dimenticati”, laboratorio didattico a cura della Scuola di pace
di Monte Sole.
Condivisione, rielaborazione e discussione delle esperienze educative e didattiche dei partecipanti.
 Promuove la  seede di Bologna, Via San Carlo,23
cespbo@gmail.com www.facebook.com/cespbo/
Per le iscrizioni scrivere a cespbo@gmail.com
Per gli interventi nel laboratorio didattico
Nella seconda parte della mattina ci sarà anche un momento dedicato allo scambio di esperienze
didattiche tra collegh*. Chiediamo quindi a chi ha esperienze con alunne/i Rom e Sinti maturate in
classe o nella propria vita personale e professionale di arricchire con il suo racconto il laboratorio.
Chi vuole contribuire deve inviare a cespbo@gmail.com entro il 20 gennaio 2018 il titolo e un breve
abstract dell’intervento (massimo una pagina) in cui descrive il grado scolastico in cui si è
intervenuto, le problematiche educative di partenza, le caratteristiche della scelta didattica operata,
gli eventuali aspetti problematici ancora irrisolti.
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Presentazione del seminario di formazione
Esiste una specificità nelle attuali condizioni di inserimento e di successo formativo degli alunni
Rom e Sinti nella scuola dell’obbligo italiana?
Quali sono gli elementi di una certa problematicità che investe i percorsi di scolarizzazione degli
alunni rom provenienti da varie comunità (rom e/o sinti) e che interessa particolarmente gli alunni
provenienti da una situazione abitativa di “campi nomadi”?
Come collegare la scuola alle condizioni di vita degli alunni e come finalizzare relazioni e
apprendimenti scolastici ad una possibile mobilità sociale?
Il seminario di studi organizzato dal CESP (Centro Studi scuola pubblica) si propone l’obiettivo di
restituire ai partecipanti degli strumenti critici per rispondere a queste domande a partire dalle
difficoltà vissute e constatate quotidianamente nelle comunità romanì e nella scuola.
Una particolare attenzione sarà dedicata anche alle risposte che la scuola della Repubblica italiana
ha elaborato nel tentativo di raggiungere l’obiettivo dell’integrazione e alle contraddizioni che
queste proposte hanno generato, dalle classi differenziali degli anni 60 alla classificazione degli
alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) di oggi.
La seconda parte del corso, utilizzando metodologie di tipo laboratoriale e il confronto tra le
esperienze personali, sarà dedicata all’analisi di situazioni problematiche e alla elaborazione di
possibili percorsi didattici ed educativi, volti sia a decostruire gli stereotipi negativi e positivi nei
confronti delle minoranze “zingare”, sia a suggerire proposte di interventi didattici che possano
davvero favorire il successo formativo di questi alunni e alunne.
Esperienze a confronto
A questo scopo, vorremmo che questa seconda parte si configurasse anche come un momento di
scambio di esperienze. Perciò ci sarà la possibilità di mettere in comune le pratiche didattiche e
l’occasione per confrontarsi. Chiediamo quindi a chi ha esperienze con alunne/i Rom e Sinti
maturate in classe o nella propria vita personale e professionale di arricchire con il suo racconto il
laboratorio. Chi vuole partecipare deve inviare il titolo e un breve abstract dell’intervento (massimo
una pagina) in cui descrive il grado scolastico in cui si è intervenuto, le problematiche educative di
partenza, le caratteristiche della scelta didattica operata, gli eventuali aspetti problematici ancora
irrisolti. Le proposte vanno inviate a cespbo@gmail.com entro il 20 gennaio 2018. I partecipanti
avranno in anticipo la raccolta degli abstract e gli autori avranno 10 minuti per illustrare la loro
esperienza.
Mostra: “Porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari”
Durante la giornata verrà presentata la mostra “Porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari”
allestita all’interno della scuola media Dozza dal 20 gennaio al 10 febbraio, nel contesto di una serie
di attività interculturali contro stigma, pregiudizio, indifferenza o paure del “diverso” tenute nella
scuola dall’associazione AMIRS (mediatori interculturali Rom e Sinti) in cooperazione con la
“Libera comune università-pluriversitá della Bolognina”. La mostra è disponibile per eventuali altri
allestimenti all’interno delle scuole. Nelle nostre intenzioni vuole essere un’occasione per parlare
con gli alunni e le alunne della condizione di marginalizzazione e persecuzione delle popolazioni
“zingare” d’Europa.
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Informazioni sugli interventi e sui relatori
Titolo:
La co-gestione delle differenze culturali e la pedagogia dell’Accoglienza nella scuola.
Mediazioni, per esplorare creare e gestire relazioni e apprendimenti scolastici, in una prospettiva
inclusiva.
Abstract:
“Gli zingari culturalmente differenti sono percepiti e disegnati come “persone di origine nomade”
da riadattare per includerli nel resto della società. Una volta oggetto di riadattamento, sono percepiti
e disegnati come disadattati e il loro disadattamento si attacca all’immagine che si fa di loro.
Il condannabile è immaginato e come tale è condannato. E come condannato è forzatamente
condannabile e lo resta. Il discorso è chiuso, ma non l’interrogativo che lo riguarda.” Jean Pierre
Liégeois
I rom in situazione abitativa di campo “nomadi” vivono una speciale condizione di apartheid e la
loro condizione umana è sminuita nonché segnata dalla separazione, dalla descrizione negativa,
dalle discriminazioni, dall’isolamento e dall’estrema povertà economica e relazionale.
Questa popolazione affronta il paradosso, l’ossimoro, di considerare un messaggio altamente
contraddittorio: è “invitata” dalle istituzioni, centrali e/o locali, attraverso abbandoni, sgomberi,
violenze ma anche attraverso leggi, regolamenti, tutele ad abitare nei campi e nello stesso tempo
e dalle stesse istituzioni, è “invitata” ad inviare i loro figli e figlie alla scuola impostata sul modello
inclusivo (si proclama tale). All’esclusione abitativa e di vita si contrappone l’inclusione
scolastica. Di conseguenza i rapporti con la scuola presentano una certa criticità costituita da
abbandoni, conflitti, malintesi, avversità, che si estende agli apprendimenti disegnati e vissuti come
difficili e talvolta impossibili, di fatto a-storici, non contestualizzati, costrittivi, che cristallizzano,
oggettivandone la presunta ineducabilità, gli alunni/e rom.
Relatore: Dimitris Argiropoulos
Docente dell’Università di Parma, insegna Pedagogia speciale ed Educazione Interculturale.
Titolo:
Escludere includendo. Teorie e pratiche socio-educative nelle classi speciali Lacio Drom
Abstract
” A causa della sua cultura lo zingaro è in ritardo, è un bambino che deve essere aiutato a crescere, a
recuperare il suo gap” (Mirella Karpati)
L’inclusione scolastica delle minoranze rom e sinti in Italia coincide per circa un ventennio (anni
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
’60-’80) con le classi speciali Lacio Drom, con l’effetto paradossale di rafforzare la rappresentazione
di questa popolazione come esterna a quella italiana. Tale politica educativa nasce da un combinato
di saperi, esperti psico-pedagogici e istanze istituzionali, la cui genealogia e articolazione offre
ancora uno sguardo dialettico sul presente.
Relatore: Gabriele Roccheggiani
Dottore di ricerca in Sociologia presso l’Università di Urbino Carlo Bo.
Docente di Storia e Filosofia presso il Liceo artistico Edgardo Mannucci di Ancona.
Titolo: “La memoria e i dimenticati”
Abstract
Ogni memoria istituzionale, di comunità, familiare, è il risultato di scelte: si sceglie cosa ricordare e
cosa tralasciare. Lo scopo di questa attività laboratoriale è stimolare una riflessione sui meccanismi
che guidano queste scelte e su come stereotipi e pregiudizi radicati possano esserne sia la causa che
il prodotto.
Conduce il laboratorio:
Elena Bergonzini, educatrice della Scuola di Pace di Monte Sole.
Per le iscrizioni scrivere a cespbo@gmail.com
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Modello richiesta esonero per partecipazione al seminario di formazione
Al Dirigente scolastico del __________________________________
di _________________________
La/il sottoscritta/o ________________________________________________
In servizio presso questa Istituzione scolastica, in qualità di
_______________________________________________________________
chiede di essere esonerata/o dal servizio, ai sensi dell’art. 64 commi 4, 5, 6 e 7 del
CCNL 2006/2009, per partecipare al convegno nazionale di aggiornamento e
formazione su:
Percorsi di scolarizzazione e coeducazione con alunne/i rom
promosso dal CESP (Dir. MIUR n. 170/2016), che si terrà a Bologna, Sabato 3
febbraio 2018 ore 9.00 – 13.30 presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna
Si impegna a produrre il relativo attestato di partecipazione al rientro in sede.
Firma
______________________________
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.

IN COOPERAZIONE CON ISTITUTO COMPRENSIVO 1 -DOZZA-LAME-VIA A. DE CAROLIS 23-BOLOGNA
E LIBERA COMUNE UNIVERSITA’  PLURTIVERSITA’ BOLOGNINA

2016-17 -CORSO SEMESTRALE  DI AUTO-FORMAZIONE

di CITTADINANZA   ATTIVA ED INCLUSIONE  SOCIALE  
 SULLE CULTURE, LINGUE ED ESISTENZE ROM E SINTI
CESP -CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA E                                                                       L’MCE-MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA DI BOLOGNA
VIAGGIO A SUTKA DIVENUTA NEL TEMPO UN SOBBORGO COSMOPOLITA autogovernato dai ROM alla PERIFERIA DI SKOPJE – MK
 6ª LEZIONE INTER-ATTIVA                                                                                                               VIVERE DIVERSAMENTE IL CONFINE TRA NOI E LORO                          GIOVEDì  20 APRILE   dalle 16,30 alle 19,30   al CENTRO CIVICO MARCO POLO – VIA MARCO POLO 51 –BOLOGNA <sala blu>                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               conversazioneconl’autore Andrea Mochi Sismondi
VIAGGIO AI MARGINI D’EUROPA, OSPITE DEI ROM                               
PRESENTAZIONE LIBRO – CONFINI DIAMANTI edizione ombre corte-verona                                             
accorda ed organizza Pino de March e Matteo Vescovi 
 VIVERE DIVERSAMENTE IL CONFINE TRA NOI E LORO                                                
Quella curiosità che apre la mente degli umani a nuove conoscenze’ e che nello stesso tempo permette di mantenere una tensione creativa, conflittuale o perturbante, ma mai distruttiva                o autodistruttiva tra polarità e opposte visioni o forme di vita, che si attraggono e si respingono sulla superficie del pianeta, con genti e mondi così divisi e diversi al primo impatto, ma che nella profondità dell’animo e da tempo si compenetrano, s’affratellano o si sorellano, e si nutrono da sempre di singolarità e di molteplici immaginali vite e società. ‘Quello che attrazione o curiosità e-muovono nei nostri protagonisti è ‘che volevano tornare il più presto possibile a Sutka’, la loro moderna Samarcanda..
Confini di amanti
 E’ un racconto di viaggio fin dai primi passi turbati che Andrea con Fiorenza con il loro bambino di due anni in una carrozzina blu,timidamente muovono tra i vicoli di uno sconcertante sobborgo quello di Sutra Orizari (area di risaie un tempo), uno dei dieci comuni di Skopje, che i suoi abitanti chiamano per brevità ed affezione Sutka. La città è collocata ai margini dell’Europa,e là che  i nostri viaggiatori sono finiti per caso, ma non sono dei turisti, e faranno di questa riscoperta città con le sue inusuali forme di vita un racconto trattato a registi diversi: antropologici, letterali e teatrali: ‘il primo impatto è stato comunque un forte imbarazzo che non ci ha permesso di rimanere più di mezz’ora, ma poi allontanandosi abbiamo sentito un dolore come di uno strappo.’  (dalla prefazione di Adriano  Zamperini) 
‘Tornati in Italia abbiamo cercato dei pretesti  per tornare. Fiorenza ha trovato dei finanziamenti per un ipotetico evento teatrale ed io ho reperito una piccola borsa di studio per scrivere un ipotetico racconto di viaggio. Quello che volevamo era soltanto tornare a Sutka. L’intuizione dell’esistenza di forme di vita altra ci spingeva a tornare’. E nonostante quel sentirsi  ‘storditi ed insieme affascinati dall’ambiente in cui sono stati proiettati da circostanze fortuite, i due protagonisti e il loro piccolo decidono di ritornare e ristabilirsi a Sutka. ‘Migrano nel luogo da dove solitamente si fugge.’ Nei mesi trascorsi con i Rom macedoni, Andrea trae un diario che poi diventerà questo libro.                
Spaesamento e curiosità                       
Spaesamento e curiosità ci suggerisce la pre-lettura analitica e sociale di Adriano Zamperini  ‘è sinceramente una cifra esistenziale che segna una tale esperienza, dove incontro dopo incontro, gli stereotipi sui Rom, nelle pieghe delle nostre menti democratiche, irrompono sulla scena’. ‘Lo spaesamento provato dai protagonisti è allora la traccia emozionale che segnala all’autore la possibilità di -vivere diversamente il confine tra noi e loro’. (prefazione di Adriano  Zamperini)       
‘ Va riconosciuto all’autore (ma anche a Fiorenza che lo accompagna e condivide con lui questa intensa esperienza di ricerca esistenziale e teatrale) di non aver taciuto delle paure rivelatesi poi infondate, dell’estraniazione relazionale e persino del senso del ridicolo vissuto con i Rom di Sutka. Come delle contraddizioni riscontrate nelle comunità ospitanti. Il rovesciamento che ne deriva, non sono più loro a doversi adattare a noi, ma noi che dobbiamo adattarci a loro, e questo svela tutta la fatica e pure la ricchezza dello scambio interculturale’. (prefazione di Adriano  Zamperini)       
E sarà la curiosità  dei nostri protagonisti dopo il primo sconcerto a sospingerli,  ad attraversare quel confine-pelle e a rimmaginarsi  e riprogettarsi con fini amanti ed umani, sorpresi ed imbarazzati sì, dal totalmente ‘Altro’, ma non travolti,come accade sempre più spesso ‘in casa nostra  ’ ad altri contemporanei, dalla paura e dalle ansie per quei percepiti caotici flussi di genti diverse, che ogni giorno rimescola e confonde di lingue e di colori le nostre strade e fortemente estrania chi si chiude all’esperienza di ciò che perturba;                                                                               in special modo quei nuovi strani migranti in fuga da arcaiche persecuzioni politiche e religiose, fame e miserie e desertificazioni civili e naturali che le  pluri-decennali umanitarie e democratiche guerre, che non osiamo chiamare invece, nostre petrolifere e neo-coloniali guerre con i collaterali squilibri geo-politici e flussi umanitari ‘ci invade’. Disorientamento e chiusure preconcette che fanno riemergere dal profondo di questa ‘ingenua e brava gente locale italiana’ che continua storicamente ad assolversi dalle proprie responsabilità , reattività e sopiti sentimenti d’ostilità ed in-consce xeno-fobie.
Curiosità come emozione evolutiva o psicologica che ci dispone o ci controbilancia di fronte ai mutamenti dirompenti dovuti ai non sempre lineari processi di trasformazione umani o culturali.
Curiosità, emozione evolutiva individuata da alcuni in forma non-psicologica come il ricercatore e formatore A. Bonizzato del Centro Superiore delle Comunicazioni Camploy di Verona, il quale attingendo ad esperienze trasversali e a diverse discipline struttura un ‘modello emotivo’umano, che ci permette di intra-vederla presente in noi da tempi remoti prima come animali e poi come umani,ma che preferisce definirla per chiarezza come ‘attrazione’,costantemente attiva, con  intensità diverse pronta a relazionarci ad ambienti e a universi umani e culturali anche insoliti, ciò che come Sapiens direi abbiamo artefatto, di forme di vita e di ambienti attraversati nelle nostre nomadi e variate esistenze bio-culturali, per altri, curiosità come emozione psicologica emergente nella nostra inquieta contemporaneità che sola può controbilanciare lo sbigottimento, il frastorna mento e la reattività regressiva verso  i sorprendenti mutamenti del nostro tempo e  le inaspettate commistioni umane che la globalizzazione genera. ‘Curiosità che merita di essere aggiunta alle sei grandi emozioni, di questo n’è convito Paul Silvia, docente di psicologia all’Università della North Carolina a Greensboro(USA), curiosità per la specie, in quanto motiva la gente ad imparare’. Il bello ‘sta nella gratuità di questa emozione… il gusto di sapere e l’interesse verso il mondo ‘.( la Repubblica del 15-01-2010). 
Contatti con dimensione ‘altre’
Lo psicologo sociale Zamperini che cura la presentazione del testo non nasconde quello strano sentire pregiudiziale della giovane coppia di ricercatori: ‘certo l’autore Andrea Mochi Sismondi con la sua compagna Fiorenza Menni, che hanno affidato per mesi ad una babysitter rom il loro piccolo bambino con tutto quel peso che li sovrasta e li abita, e  non manca di ritagliare in modo netto la presenza altrui.’  ‘Come il proprio figlio così indifeso nelle braccia di qualcuno che è notoriamente un ladro di bambini? Gli archivi però dei tribunali penali indagati dai diversi ricercatori nel corso  del Novecento non hanno mai trovato traccia o sentenze di condanna verso qualcuno o qualcuna che fosse Rom o Sinti. Che se ne fanno i Rom di un bambino rubato, loro che non hanno spesso modo di nutrire neppure la già propria numerosa prole? Così ironicamente commentava uno dei tanti  ingenui e preconcetti pregiudizi sugli ‘zingari’ posti  da una studentessa ad mediatore inter-culturale Sinti, durante la comune presentazione della mostra quest’anno sul Porrajmos all’Aldrovandi-Rubbiani, a cui si chiedeva di esprimere alla fine del percorso visivo un parere, un’emozione ma anche una propria immagine fosse pure negativa sui Rom e Sinti.
I protagonisti del racconto aggiunge Zamperi sanno anche ritrovare ‘le vie per un contatto liberato dalle camicie di forza cognitive del pietismo, capace di vedere solo figure, meglio dire proiezioni di miseria umana e d’infanzia abusata. L’esperienza col passare del tempo si fa ricerca progetto teatrale’ e – relazionale-  compartecipazione attiva tra loro tre e gli artisti e le persone con cui si vivono due anni di un intensa immersione.
La scoperta della città                                                                           Mentre Fiorenza è alle prove teatrali, Andrea si riempie gli occhi tra gli abitanti della città vecchia, i venditori del Bit Bazar con il figlio nel marsupio.
Sukta  ‘non è un campo, non è un ghetto e non è neanche un quartiere come gli altri. E’ una comunità ci aveva detto l’operatrice umanitaria sui rifugiati che ci aveva portato per la prima volta a visitarla.
‘Eravamo affascinati dalla miriade di piccole case dalle forme inusuali e dalle persone, la cui apparente estroversione intuivamo custodisse profonde alterità. ..tra suoni di clacson, profumo delle ciambelle fritte in strada e i banchetti dei venditori di CD che diffondevano a gran volume le nuove compilation. Ci sentivamo dei corpi estranei prossimi all’espulsione.
Sutka è un sobborgo scompigliante di Skopje, capitale della Macedonia.
Creata nel 1963 dopo il sisma che aveva colpito Skopje, e duramente il quartiere di Topane abitato in prevalenza da Rom. L’amministrazione della città allora decide di trasferire quest’ultimi, in tutti i sensi, a Sutra Orizari che diventerà la nuova Sutka.  Alla fine del secolo scorso a seguito delle guerre nell’ex-Jugoslavia a cui sono seguite feroci pulizie etniche che non hanno risparmiato i Rom, nella loro fuga e ricerca di uno spazio di convivenza si sono via via aggiunti alla popolazione già presente questa periferica Sutka.  Rom provenienti dalla Serbia, dal Kossovo, dalla Bulgaria oltre ad altri Rom espulsi dall’Europa. Si è venuto così creando un micro-spazio cosmopolita Rom intreccio di genti provenienti da ogni angolo d’Europa e con differenti parlate romanes.Una ‘Gerusalemme’ ritrovata e liberata.
‘Qui i Rom governano se stessi e sono rappresentati da un proprio Sindaco.                          Il Sindaco Rom Erduan Iseini sostiene – che qui a Sutka ‘ abbiamo infranto il luogo comune che ci vuole randagi, mendicanti e ladri.’ Soprattutto abbiamo dimostrato che siamo capaci di vivere in una società moderna’.
A Sutka i Rom parlano un romanes standarizzato, che è la loro lingua ufficiale. Qui le istituzioni locali romanì hanno dato vita a questa standardizzazione della lingua Romanes- la langue- al fine di  facilitare tra le genti Rom una comunicazione seppur verticale della loro comune storia e cultura, anche se non vengono né sottovalutate o interdette le molteplici parlate romanes – la parole-.  Ha Sutka vivono circa 12 o 13 comunità romanes con varianti linguistiche Rom diverse.
Nelle varie istituzioni pubbliche o private si comunica nella lingua standarizzata scritta romanes. Questo avviene  nella municipalità, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle biblioteche, nelle due televisioni,in un giornale e pure in una stazione di polizia.
‘Per  essere come gli altri ci dice il Sindaco ci  mancano solo le fabbriche, ma la maggioranza della sua gente vive di commercio.
Il Sindaco ci dice che ‘Sutka è cresciuta troppo in fretta, sovraffollata e disoccupata ove queste estreme condizioni urbane e sociali producono miseria fisica e morale. Ci vengono a mancare i soldi per garantire una casa per tutti, un liceo ai figli e un letto d’ospedale ai nostri padri ‘ e madri aggiungerei.(tratto da interviste fatte dalla ‘la Repubblica e il Fatto Quotidiano’-
Tra gli intellettuali romanes di Sutka spicca la figura di Nezdet  Mustafa, filosofo laureatosi all’Università di Skopje, che è tra i costituenti della Rom-TV –BIJANDIPE- Macedonia.
1994-96                                                                                             Si trasferisce a Colonia nella RFT per una specializzazioni di Scienze Politiche- Organizzazione dei Servizi Sociali
2000                                                                                                    Diiventa Sindaco di Sutka, uno dei 10 comuni di Skopje auto-governato dai Rom.
E’ Presidente di Obedineta Parijaza Emancipacija Na Romanite-Partito Unito per l’emancipazione dei Rom.
 2006-08                                                                                         Prima parlamentare nel Parlamento Macedone e poi Ministro aggiunto per l’emancipazione dei Rom  
Partecipa alle trasmissioni della Tv –SHUTEL – emittente in lingua standarizzata romanes per la valorizzazione culturale-linguistica e per l’emancipazione dei Rom, ma ospita forum nelle sue varianti parlate romanes.
 Alcune parole chiave della lingua romanes di Sutka che troverete nei vari dialoghi del nostro racconto –confini diamanti
Romanè – alla maniera dei rom
Manusikanè – umanamente
Uzdibè – attesa o speranza    
Kadenè o Dzì  Kodikhibè – a presto vederci                                                         
APPROFONDIMENTI
Confini Diamanti. Viaggio ai margini d’Europa, ospiti dei rom
(Ombre Corte, maggio 2012)
un libro di Andrea Mochi Sismondi
Šutka, in Macedonia, è l’unica Municipalità al mondo in cui i rom sono in maggioranza. Dopo un primo estraniante attraversamento, Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni vengono accolti a vivere nella comunità; insieme al loro bimbo ribaltano il rapporto: come migranti al contrario si fanno stranieri tra chi ovunque è straniero. Questa inversione permette loro di partecipare alle lunghe discussioni comunitarie, seguire i rituali, confrontare i paradigmi, cercare di capire, fino a essere sostanzialmente adottati da una famiglia rom. Davanti ai loro occhi si svela così quella human network che da Šutka si dirama in tutta Europa lungo le strade dei familiari partiti.
Il continuo sconfinamento esistenziale praticato su queste pagine indebolisce sicuramente l’ideologia delle culture come proprietà impermeabili. Ma, ancora più importante, sa meticciare il lettore, offrendogli l’opportunità di un role playing immaginativo. Chiamato a sua volta a immedesimarsi in questa giovane coppia, impegnata in un’interazione gomito a gomito con persone che, a dispetto dei principi morali che egli magnanimamente è solito riconoscersi, sarebbe prontamente disposto a schivare camminando lungo le strada di una qualunque città italiana.
Una sfida all’esistente come ineluttabile tracima dai bordi delle pagine di questo libro. (dalla Prefazione di Adriano Zamperini)                                                                                
Un prezioso diario di viaggio, che tutto è meno che un reportage turistico. Il narratore, senza volerlo, scompare. Pur indugiando sui dettagli della propria esperienza e sui propri pensieri, esce di scena, riuscendo a restituire senza mediazioni l’immagine di una comunità sorpresa in una quotidianità ordinaria e senza storia. Leggere è come penetrare, non visti, nell’intimo di vite la cui eccezionalità consiste nel sovvertire ogni aspettativa fondata sullo stereotipo. (Alberto Burgio su Il Manifesto)
Il libro rovescia il punto di vista abituale dei discorsi sui rom (Vega Partesotti su La Repubblica)
Queste pagine non sono solo un succedersi di storie e tableaux di straordinaria vivezza, ma anche l’occasione di decostruire una serie di stereotipi rispetto al popolo “indesiderabile” per eccellenza. (Marco Rovelli su L’Unità)
Il libro conduce in modo vivido in un paesaggio complesso e segreto (perché abitualmente non facciamo lo sforzo di penetrarlo). Soprattutto mette in discussione il nostro sguardo su quel mondo e
sulle persone che ne fanno parte, in un rapporto fecondo tra noi e gli altri che serve per definire meglio i limiti, gli errori, gli orrori della nostra civilizzazione e la necessità di scoprire altre possibilità di relazione. (Massimo Marino su Il Corriere della Sera/Bologna)
Una descrizione che affronta i pregiudizi e li problematizza senza rovesciarli tessendo l’improbabile elogio di una comunità pura e intatta, scioglie invece alcune resistenze senza nascondere le tensioni. (Anna Stefi su Doppiozero)
È la ricerca continua di Mochi Sismondi a stare dentro e fuori i confini di un universo civile e umano differente dal nostro a conferire alla sua scrittura – semplice e rigorosa al tempo stesso – il carattere autentico di chi riesce a farsi testimone di un’esperienza di vita con uno sguardo “liminale” (Letizia Bernazza su Liminateatri)
Clicca qui per ascoltare la presentazione a Fahrenheit su Radio3
Queste pagine su Sutka – VIVERE DIVERSAMENTE IL CONFINE TRA NOI E LORO                                                                                                                                                                                                                                                                                                             e sono state rielaborate e prodotte da Pino de March
Per contatti  pino de march –  comunimappe@gmail.com
Per informazioni su questo sito –  comunimappe.blogspot.com

CORSO SEMESTRALE DI AUTO-FORMAZIONE SULLE CULTURE, LINGUE ED ESISTENZE (COME RESILIENZE)  DELLE GENTI  ROMANì

CORSO SEMESTRALE DI AUTO-FORMAZIONE SULLE CULTURE, LINGUE ED ESISTENZE (COME RESILIENZE)  DELLE GENTI  ROMANì  PROMOSSO DALLA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ PLURIVERITA”  BOLOGNINA IN COOPERAZIONE DAL BASSO CON CESP-CENTROSTUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA E L’MCE-MOVIMENTO DI COPERAZIONE EDUCATIVA -BOLOGNA CITTA’ COSMOPOLITA                                                                                                                                                                                                                

 
5ª LEZIONE INTERATTIVA
LA ROMANIPE’  o la storia, la lingua, la cultura, le narrazioni e la poesia
GIOVEDÌ 16 MARZO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
PRESSO CENTRO CIVICO MARCO POLO -VIA MARCO POLO 51
Pino De March presenta i due ospiti Fabien Bassetti eTeresa Rossano  del corso semestrale
1                                                                                                                                                             Pino de March apre Relaziona su  romanipè, paramicia  e poetiche romanì
2                                                                                                     
Fabien Bassetti                                                                                                                                l’immaginario in divenire nomade e rom
3                                                                                                                                                                         
Teresa  Rossano                                                                                                                                presenta libro di Majgull Axelsson, “Io non sono Mirian”, edizioni Iperborea
4                                                                                                                                                                                         Lettura bilingue Aghiran (ballerino rom) e  Pino de March di alcune poesie del poeta rom bosniaco Marco Aladin Sejdic e della poeta rom polacca Papuzsa
BIO-POLIS-
 GRAFIE                                                                                                                                                             
 Fabien Bassetti, storico delle culture romanì e nomadi                                                                             TeresaRossano, femminista e docente storia e  letteratura del Cesp                                                         Pino De March, ricercatore comune attivo COMUNIMAPPE-CESP-MCE e  psicologo relazionali neo-umane e ricercatore attivo di poesia e letteratura  di strada, migrante e marginale                                                                                                                   
Testo della poeta partigiana rom polacca Papuzsa
DIKHAW DAJ, DIKHAW DOJ
 (Guardo qui, guardo là)
Dikháw daj, dikháw doj
1
Saro zdral, sundal sal!
Opr-o boliben čerhenja rakeren,
citron, zdran ratjanca khetane!
Čerhenora.
2
Kon len xaljól,
te sovél na kamél,
pre Thuditko Drom dikhél
dava drom baxtalo,
ližal manušen
ka lačho žjipen.
3
Dikháw daj thaj doj dikháw
sar pes morel ruputno čhon andre panja,
sar terne  čhaja
dre tate paš-o veš panja.
So pes kerel?
Saro zdral.
Sundal sal!                                                               
1
Guardo qui, guardo là.
Tutto danza! Il mondo ride!
Nel cielo le stelle tremano,
scintillano, parlano insieme nella notte!
2
Le piccole stelle.
Chi le comprende
non vuole più dormire,
guarda la Via Lattea,
la via della felicità
che chiama gli uomini
a una buona vita.
3
Guardo qui, guardo là,
l’argentea luna si bagna nelle acque,
come una giovane ragazza
nel tiepido ruscello del bosco.
Che sta mai succedendo?
Tutto danza!
Il mondo ride!
1951
testo del poeta rom bosniaco Marco Aladin Sejdic dall’antologia -ME AVAV DURAL     IO VENGO DA LONTANO
ANDE’ DUJ MILJE BRS
Ancora nel duemila  il gagiò chiede al rom:
“chi sei tu e da dove vieni?”.
Il rom risponde:
“io sono di carne,
dentro di me ci sono le ossa,
dentro di me c’è il sangue,
l’anima, la fratellanza, la fiducia,
il sorriso, il pianto,
la fortuna e la sfortuna.
Da dove vengo io?   Io vengo da lontano.
Mi ha partorito il vento o mi ha creato la pioggia,
vengo dal freddo e sono uscito dalla neve
sono stato creato dall’acqua o sono nato dal fuoco?
No!  Io vengo da lì, da dove vengono tutti gli uomini
E anch’io sono un uomo”.
Il gagiò dice: “sei un uomo,
perché non vivi come un uomo, come noi?”
il rom risponde:
“Oggi nel duemila ti sei ricordato
Che io rom non vivono come te.
Tu, gagiò, hai diviso gli uomini,
i bianchi da una parte i neri dall’altra;
da una parte i buoni e dall’altra i cattivi.
Hai diviso la religione,
a tutti hai dato una religione,
ma me rom mi hai lasciato su un prato,
perché mi sferzi il vento e mi bagni la pioggia,
mi congeli il freddo e mi copra la neve.
Mi hai lasciato indietro, nel tempo passato.
E oggi chiedi a me chi sono, da dove vengo,
e se sono un uomo perché non vivo come un uomo ?”
per contatti                                                                                                                                                                       e-mail: comunimappe@gmail.com
2016 – gruppo di nuova attivazione – libera comune università pluriversità – bolognina
blog : comunimappe.blogspot.com                                                                                                                                                                                    
curatore delle pagine dicomunimappe: pino de march

 4 LEZIONE INTERATTIVA DEL CORSO DI AUTO-FORMAZIONE SULLA CULTURA LINGUA VITA ED ATTIVITA’ QUOTIDIANE DELLE GENTI ROM -SINTI ITALIANE ED EUROPEE


IL CESP (CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA) E LMCE (MOVIMENTO DI COOPERAZIONE 
EDUCATIVA)                        
IN COOPERAZIONE CON LA LIBERA COMUNE UNIVERSITÀ  – PLURIVERSITÀ  BOLOGNINA
 4 LEZIONE INTERATTIVA DEL CORSO DI AUTO-FORMAZIONE SULLA CULTURA LINGUA VITA E ATTIVITA’ QUOTIDIANE DELLE GENTI ROM -SINTI ITALIANE ED EUROPEE
Giovedì 16 febbraio  2016    dalle ore 16,30 alle 19,00
PRESSO LA “SALA BLU” AL CENTRO CIVICO MARCO POLO – IN VIA MARCO POLO 53 – NAVILE (AUTOBUS 11 A/B) 
La musica Rom e Sinti e la sua influenza sulla musica contemporanea. 
Relazionano:Giorgio Mancinelli: giornalista free-lance and cultural. Giornalista programmatore della RAI -1 e RAI-2, RSI -Radio Svizzera Italiana e Radio Vaticana. Poeta delle marginalità.
Etnomusicologo: conoscitore di tradizioni musicali popolari e curatore di un testo -la musica zigana.

Salvatore Panu, musicista e musicologo
http://comunimappe.blogspot.com
NOTA AI MARGINI
LA MOSTRA SUL PORRAJMOS-GENOCIDIO DEL POPOLO ROM
E’ STATA PROLUNGATA FINO AL 15 FEBBRAIO 2017
PRESSO SCUOLA SUPERIORE ALDROVANDI-RUBBIANI 38
DAL LUNEDI’ AL SABATO
DALLE 09 ALLE 13
contatti programmazione per visita delle classi :comunimappe@gmail.com

3ª LEZIONE INTERATTIVA       GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30 -CENTRO CIVICO MARCO POLO-VIA MARCO POLO 51-BOLOGNA-lameROM E SINTI TRA PERSECUZIONI, DEPORTAZIONI E STERMINIO NAZI-FASCISTA     PORRAJMOS       –   DIVORAMENTO  (parlata rom)    

3ª LEZIONE INTERATTIVA      
 GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30 -CENTRO CIVICO MARCO POLO-VIA MARCO POLO 51-BOLOGNA-lame
ROM E SINTI TRA PERSECUZIONI, DEPORTAZIONI E STERMINIO NAZI-FASCISTA     PORRAJMOS       –   DIVORAMENTO  (parlata rom)                                                                     SAMUDARIPEN  –  UCCISIONI DI TUTTI O GENOCIDIO (parlata rom-sinti)      E NELLA RESISTENZA  COME CIRICLE’ –   UCCELLI E  PASSERI ALLA  MACCHIA  PARTIGIANI   (parlata rom e sinti) 

A
Persecuzione nazi-fascista, sterminio o Porrajmos e resistenza dei Rom e Sinti. Dispositivi di disciplinamento e controllo e repressione  nel corso del tempo. Dispositivi di annientamento razziale nazi-fascista resistenza e ri-nascita delle costituzioni democratiche e delle legislazioni inclusive che tutelano l’esistenza delle minoranze linguistiche e culturali.                                    
Interverranno


Mario Abiezzi, Sergio Andena e Carlo Cuomo del CIPES (Centro Iniziativa Politica e Sociale) di Milano.

Esperienze dirette di due mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della città  metropolitana di Bologna
Lettura di alcune pagine del libro Circo capovolto  con lautrice Milena Magnani.
AI CIRICLE’ O PASSERI ALLA MACCHIA O PARTIGIANI
I viaggi fra i boschi
e i fuochi dell’accampamento
li amo più di qualsiasi cosa.
Miei piccoli uccelli
vi mangerei i becchi
Avete cantato tanto bene
e avete conquistato il mio cuore.
Miei uccelli incantevoli
chi vi ascolterà ancora
quando noi zingari non saremo più nel bosco?
Tutti, venite tutti
a cantarmi il vostro canto.
PAPUSZA-POETA ZINGARA PARTIGIANA POLACCA


LO STERMINIO  DEGLI ‘ZINGARI’                                                                   ì  PORRAJMOS       –   DIVORAMENTO  (nella parlata rom)                                                                     SAMUDARIPEN  –  UCCISIONI DI TUTTI O GENOCIDIO (nella parlata rom-sinti)     
è stato per lungo tempo ignorato o meglio dimenticato. La scoperta e  la condanna dei campi di concentramento e sterminio postuma, non li ha riguardati,e nei processi ai nazisti e ai collaborazionisti fascisti a Norimberga, non ebbero alcuna considerazione, se non in alcuni paesi democratici e socialisti dell’Europa dell’Est. La persecuzione razziale di cui furono vittime è stata riconosciuta solo dopo un lungo silenzio in Occidente. Finalmente gli ‘zingari’ hanno potuto avere coscienza e dare a tutto questo orrore e dolore un  nome, anzi due, per scolpirlo nel marmo e nelle coscienze per esorcizzarlo:
 PORRAJMOS (=BARO XAIMOS, DIVORAMENTO) nella parlata Rom 
SAMUDARIPEN (UCCISIONI DI TUTTI O GENOCIDIO) nella parlata RomSinti.
(1) I due termini si compensano e si completano a vicenda in una visoni totale dell’olocausto. I Rom hanno voluto sottolineare con un termine crudo l’orrenda carneficina (il maccellamento di .carne umana),operata dai carnefici. I Sinti hanno inteso mettere in risalto il massacro, l’annientamento e quindi il genocidio di un popolo. La voce della parte lesa SAMUDARIPEN e la condanna dei carnefici PORRAJMOS.                                                                                         (Nella lingua romanes abbiamo differenti parlate o variazioni linguistiche di essa ROM E SINTI e altre ancora.   Gli ‘zingari’ o i ROM hanno subito grandi perdite a causa delle politiche razziali naziste (leggi razziali di Norimberga) o di politiche fasciste nei vari stati europei occupati o alleati dei nazisti (leggi razziali italiane).                                                                                                                                       
 In Polonia perse la vita il 75% di loro.                                                                                       
 In Boemia, Moravia, Estonia, Lituania furono quasi tutti sterminati, mentre solo la metà della popolazione ‘zingara’ o Rom della Lettonia sopravisse.                                                                  
La loro eliminazione fu pressoché totale in Croazia, Ucraina e Bielorussia. Gli ‘zingari’ o Rom in Belgio e Lussemburgo furono tutti annientati nel campo di sterminio di Auschwitz –Bierkenau. Gravi perdite ebbero anche in Germania, Austria e Francia. Interi clan sono scomparsi nelle camere a gas, anche i cosiddetti zingari puri e i Sinti lalleri, che Himmler in un primo momento intendeva risparmiare. In tutti i paesi occupati dalla Germania nazista dell’Est come dell’Ovest, non mancò la collaborazione attiva dei fascisti locali nella identificazione, cattura degli ‘zingari’ e la consegna alla deportazione nazista. Fu un vero genocidio che costò la vita a 500.000 Rom e Sinti.          
Nota
(1))parlo di parlate rom differenti in quanto la lingua romanes o romanì è stata per lungo tempo una  lingua con molte varianti di tradizione orale. Pur avendo delle basi comuni per comune origine linguistica e provenienza geografica dall’India settentrionale, le parlate rom si differenziano per vissuti e si contaminano dei dialetti e delle lingue dei paesi di attraversamento. Solo all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso molti tra i clan rom si sono incontrati in un Congresso internazionale a Londra e lì hanno concordato una lingua standard comune ai Rom, anche se a questo Congresso abbiamo partecipato la stragrande maggioranza dei Rom ed una esigua minoranza di Rom Sinti, per questo ancora oggi i Rom Sinti non si riconoscono pienamente in questa lingua internazionale standard ufficiale e a questa polemicamente ne contrappongono una propria, ma le differenze restano minime.                                   
 (2)  abbiamo usato l’espressione’zingari’ nel testo per indicare i Rom e Sinti, pur ritenendo oggi questo termine ‘zingari’  inappropriato e per alcuni versi  dispregiativo, ma l’insistenza nel riproporlo ha solo la funzione storico-culturale del modo con cui vennero nominati le popolazioni Rom e  Rom Sinti da sempre tra la gente comune. Anche se questo termine ha avuto molti significati che evocano libertà e spontaneità di vita, per alcuni versi come  il ‘buon selvaggio’ di Rousseau nelle filosofie e pedagogie illuministe  ma anche nelle culture romantiche europee.

‘Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l’amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra’. Claudio Lolli poeta e musica 

RATVALE JASVA
        (Lacrime di sangue)
Nel bosco senz’acqua, senza fuoco – grande fame.
Dove dormiranno i bambini? Non c’è una tenda.
Non si può accendere il fuoco durante la notte,
di giorno il fumo dà l’allarme ai tedeschi.
Come vivere con i bambini nel duro inverno?
I fiocchi di neve cadevano sulla terra                                                                                                         sulle mani come piccole perle.

Occhi neri si gelavano

Piccoli cuori morivano.
PAPUSZA-POETA PARTIGIANA POLACCA

 NELLA RESISTENZA  COME CIRICLE’ –   UCCELLI E  PASSERI ALLA  MACCHIA  PARTIGIANI   (parlata rom e sinti)

Un’altra pagina sconosciuta ma ‘eroica’ della storia degli ‘zingari’ (o di r-esistenza come riaffermazione di vita di una vita di liberi ed uguali dei Romanes nelle loro molteplici forme di vita e di parlate) è stata quella dei loro rapporti con i movimenti di resistenza locali o nazionali. Ormai si ha una sufficiente documentazione per affermare che anche gli ‘zingari’ hanno partecipato alla resistenza al nazi-fascismo e alla lotta armata di liberazione. Non si tratta di casi isolati o sporadici, ma in quasi tutte le nazioni europee in cui divampò la lotta armata anti-fascista non esitarono a dare il loro contributo. In Jugoslavia gli ‘zingari’ presero parte attiva alla lotta di liberazione della nascente Repubblica Federale democratica e socialista della Jugoslavia(slavi del sud) condotta dal Partito Comunista di Tito (partito comunista non allineato con la Terza Internazionale dell’Urss- Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). Però anche negli altri paesi dell’Europa dell’Est come dell’ovest gli ‘zingari’ non furono di meno.                                          In Bulgaria parteciparono attivamente alla lotta partigiana e all’insurrezione del 1944 contro il governo fascista.                                                                                                                                        In Slovacchia nella fase finale della lotta armata di contrasto all’occupazione nazista entrarono in organizzazioni partigiane.         
 Tomas Farkas con in suoi ‘zingari’ nell’estate del 1944, bloccò un contrattacco nazista a Banska Bystica.  
In Albaniasi unirono alle bande partigiane.                                                                                         In Polonia la poeta zingara Bronislawa Wais detta Papusza (Bambola) partecipò attivamente alla lotta anti-nazista.                                                                                                                              In Romania ed in Ucraina dove, secondo lo scrittore rumeno Petre Radrita, due bambini zingari di 9 e 13 anni, Jonel e Maria, che operavano come staffette partigiane,furono catturati dai fascisti e barbaramente torturati, ma anche queste violenze risultarono inutile, affinché essi rivelassero nomi dei loro compagni ed informazioni sulla resistenza, e per questo silenzio furono impiccati nelle pubbliche piazze.                                                                                     
In Francia il comandante partigiano zingaro Armand Stenegry (decorato medaglia d’oro) con un gruppo di gitani e di maquis (partigiani alla macchia francesi) coadiuvò lo sbarco in Normandia nel 1944. E così fecero i fratelli gitani Beaumarie aiutando i maquis, uno di loro catturato fu impiccat       In Italia dopo l’8 settembre 1943 alcuni zingari si unirono ai partigiani, che nella loro lingua chiamavano Ciriclé –uccelli o passeri alla macchia – contro i fascisti che loro chiamavano Kastangeri o manganelli.  Giuseppe Levakovich –detto Tzigari operò nella Brigata Osoppo il cui comandante era il mitico Lupo.                                                                                                                    E altri ancora: Amilcare Debar –detto Taro-Sinto piemontese; Rubino Bonora- in Friuli con la  Divisione Nannetti. Walter Catter , Sinto-veneto fu impiccato a Vicenza l’11 novembre 1944. Ed il fratello Giuseppe Catter morì partigiano in Liguria.
Per ricordare questa attiva partecipazione alla Resistenza e lotto armata contro i nazi-fascisti  (o Kastangeri) in Europa vi è un unico monumento al partigiano zingaro(al ciriclè) e questo si trova a TEL AVIV in Israele. Sarebbe tempo che ne sorgesse uno anche in Europa, per esempio nella nostra città di Bologna.
                                                                                                                                                               Frammenti tratti d un piccolo opuscolo realizzato da Angelo Arlati nel ‘sessantennale della liberazione dal nazi-fascismo’ per ricordare il PORRAJMOS O SAMUDARIPEN delle genti Rom e Sinti e la loro partecipazione attiva dei ciriclè alla resistenza e liberazione contro i regimi nazi-fascisti europei.   
-Pino de march, co-autore dei testi e responsabile corso di formazione su culture, lingue e quotidianità delle Genti Rom e Sinti.                                    
                                                                                                                                                                                                             
                                                   

2ª LEZIONE INTERATTIVA Il valore simbolico della lingua e della cultura costituente (identità) o riconoscimento di esistenza individuale e macro-individuale o comunitaria

2ª LEZIONE INTERATTIVA
 
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016 
DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30 
presso Centro Civico Marco Polo -Quartiere Navile-  in via Marco Polo 51
Il valore simbolico della lingua e della cultura costituente (identità) o riconoscimento di esistenza individuale e macro-individuale o comunitaria.
Riconoscimento come presupposto di esistenza che genera convivenza, interazione, inclusione, e cooperazione culturale sociale fra gruppi umani presenti in comuni territori.
Relazione e conversazione  con Angelo Arlati, linguista e conoscitore della lingua e delle culture Romanès.- 
Presenta e co-relaziona Pino de March, responsabile del corso formazione medesimo, libero ricercatore di psicologia delle relazioni neo-umane 
-su ‘critica al concetto di identità,nel nostro tempo identitaria ed ossessiva,fonte di inimicizie ed ostilità
verso minoranze etno-linguistiche Rom e Sinti ,migranti , o minoranze religiose, culturali o sessuali. 
.Per l’affermazione di processi relazionali sociali di riconoscimento della’molteplicità’  di  esistenza, convivenza e cooperazione culturale e sociale tra gruppi umani ed etno-linguisti presenti nei nostri emergenti territori globalizzati.
Apporti culturali alla lezione dei mediatori culturali Tomas Fulli e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della citta metropolitana di Bologna.
info:comunimappe.blogspot.com
contatti:comunimappe@gmail.com
 
 

S’AVVIA IL CORSO DI AUTO-FORMAZIONE   2016-17

S’AVVIA IL CORSO DI AUTO-FORMAZIONE   2016-17
SULLA LINGUA, SULLA CULTURA E SULLA VITA QUOTIDIANA DELLE GENTI ITALIANE ED EUROPEE DI ORIGINE SINTI E ROM(ROMANì)

IL CESP (CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA) E LMCE (MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA)
IN COOPERAZIONE CON LA LIBERA COMUNE UNIVERSITÀ  – PLURIVERSITÀ  BOLOGNINA 
PROMUOVE
CORSO DI FORMAZIONE SULLA LINGUA, SULLA CULTURA E SULLA VITA QUOTIDIANA DELLE GENTI ITALIANE ED EUROPEE DI ORIGINE SINTI E ROM(ROMANì)

PER UNA EMERGENTE  COOPERAZIONE EDUCATIVA DELL’EUROPA MEDITERRANEA – CITTA’  METROPOLITANA BOLOGNA
 2ª LEZIONE INTERATTIVA
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 
Il valore simbolico della lingua e della cultura costituente identità  individuale e macro-individuale delle minoranze italiane ed europee Rom e Sinti, come per i migranti provenienti dal resto del mondo e presupposto di interazione, inclusione e cooperazione sociale. Relazione e conversazione con Angelo Arlati, linguista culture Romanès;
presenta e relaziona Pino de March, responsabile del corso formazione medesimo, libero ricercatore di psicologia delle relazioni neo-umane  su ‘lingue, culture ed identità individuali o macro-individuali come elementi costitutivi, dinamici e connotativi dei molteplici gruppi etno-linguistici umani; cooperano all’auto-formazione inter-culturale  i mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della citta metropolitana di Bologna.
        CALENDARIO DEL CORSO                                                                                                     ANNO SCOLASTICO 2016-2017
6 INCONTRI di 2 ore dal 17 novembre 2016 al 20 aprile 2017
giovedì 17 novembre 2016 dalle ore 16,30 alle 18,30
venerdì 16 dicembre 2016    dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 19 gennaio    2017 dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 16 febbraio 2017 dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 16 marzo 2017     dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 20 aprile 2017        dalle ore 16,30 alle 18,30
PRESSO LA SALA BLU AL CENTRO CIVICO MARCO POLO  IN VIA MARCO POLO 53 – NAVILE (AUTOBUS 11 A/B)

N.B. con il materiale prodotto si realizzerà un numero speciale di Inchiesta Edizioni Dedalo e estratti per la rivista Cooperazione Educativa del Movimento di cooperazione educativa edizioni Erickson.
Per iscrizioni: comunimappe@gmail  oppure cespbo@gmail.com oppure mcegruppoterritorialebologna@gmail.com
PAGINA FACEBOOK: 
Libera comune università pluirversità bolognina
Il Cesp e l’MCE sono enti accreditati per la formazione e aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione dà diritto, ai sensi degli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009, allESONERO DAL SERVIZIO. Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione. Tale esonero si estende a tutte le scuole di ogni ordine e grado della Regione Emilia-Romagna..
Cesp Bologna via San Carlo, 42
MCE Bologna via Marco Polo, 51
mcegruppoterritorialebologna@gmail.com
PROGETTIAMO INSIEME
Il progetto di formazione partecipata nasce dallesigenza di trovare terreni comuni di comunicazione e relazione, ma soprattutto di valorizzazione delle specifiche e molteplici forme culturali e linguistiche in cui siamo immersi.
Tutto parte da alcune mie esperienze personali legate a territori frequentati per nascita, socialità e studio in una Regione di confine, il Friuli Venezia Giulia, ove sono presenti differenti minoranze etno-linguistiche (friulane, slovene e venete), da anni di docenza di comunicazione e relazione in una scuola superiore della nostra città Bologna, ove erano presenti studenti e studentesse di etnia Romanes (Sinti e Rom) e da alcuni anni come responsabile ‘commissione intercultura’ della medesima scuola, oltre che da riflessioni tratte da esperienze ed incontri nella nostra città con variegati mondi culturali paralleli ed intrecciati, mondi propri di minoranze etno-linguistiche italiane ed europee, territoriali e non territoriali.
Con il termine non territoriali non intendo persone appartenenti a minoranze straniere o extra-europee, ma mi riferisco a minoranze italiane ed europee, sia esse ebraiche o romanes (Rom e Sinti), che abitano ormai da secoli i territori europei anche se non diffusamente come gli sloveni in Friuli Venezia Giulia, o i tedeschi in Alto Adige, o i francesi di Valle dAosta con proprie istituzioni autonome, politiche, culturali educative ed istruttive, ma a macchia di leopardo, relegati in ghetti o campi e più recentemente anche in micro-aree o appartamenti privati o pubblici.
In una recente video-intervista realizzata da alcuni mediatori culturali e comunicativi della comunità ROM E SINTI di Bologna(tra cui Tomas sinti-bolognina), Dario Fo affermava che le culture nazionali ed europee devono molto alle culture nomadi Romanì e per questo le genti romanes dovrebbero essere orgogliose della loro cultura e operare insieme  per farla emergere e riconoscere in tutti gli ambiti di vita sociale e culturale, accettando anche che siano analizzati quegli aspetti negativi che li riguardano e questo significherebbe, come prima cosa, mettere in discussione non solo ciò che li discrimina anche dopo il porajimos- divoramento(o olocausto)nazi-fascista delle loro genti dallesterno con lo sterminio primae lesclusione e lisolamento poi, ma anche ciò che dallinterno li mantiene separati attraverso laccettazione della ghettizzazione come strategia di sopravvivenza indotta e motivata da condizioni di permanenti discriminazioni, che li hanno spinti a mantenere distanze e separazioni con i Gagi (cioè coloro che non appartengono alle loro comunità romanes), visti un po tutti come altro da sé.
Negli ultimi anni da entrambe le parti cominciano a emergere figure di mediatori culturali romanes e gagi che costruiscono terreni comuni di relazione, socializzazione e ricerca al fine di far emergere questo mondo variegato sociale e culturale spesso celato, dissimulato, osteggiato, che solo in rarissimi casi emerge e quasi sempre in forma inappropriata, esotica, romantica ed immaginaria nella letteratura come in altre arti , ma mai nella sua reale condizione di mondo di umani e di genti italiane ed europee con propri universi culturali che popolano da secoli le nostre estreme periferie.
In questo senso e cioè nella direzione di creare un terreno culturale comune, la scuola è sicuramente il luogo in cui è possibile lavorare avendo presenti le prossime generazioni di cittadine e cittadini italiani e europei.
Come docente, in servizio ormai alcuni anni fa (non ora che sono in pensione e non a riposo), mi sono trovato ad insegnare alle superiori a ragazzi e ragazze romanes (Rom e Sinti). A dire la verità le occasioni sono state rare anche perché normalmente la frequenza scolastica di questi alunni si dirada lungo il corso della scuola dellobbligo, fino a interrompersi per molti di loro alle medie inferiori e questo accade nonostante che l’obbligo e le esigenze di formazione culturale e professionale incentivino a continuare gli studi.
Inoltre, per tutto il periodo scolastico lidentità linguistico-culturale di questi miei studenti rimaneva celata, come la loro vita quotidiana, e tanto meno veniva esplicitata la loro appartenenza a comunità romanes. Tutto rimaneva coperto da segreti professionali e da segreti personali e mai accadeva che questi ragazzi e ragazze rivelassero la loro identità romanes, né ai docenti, né ai loro compagni e compagne di classe, temendone con ogni probabilità la discriminazione che vivevano ovunque andassero o abitassero fin dalla nascita.
In quegli anni di docenza di psicologia della comunicazione e relazione mi ero posto l’impegno di lottare contro le discriminazioni etno-culturali e i pregiudizi di ogni genere, sessuali o culturali, ma mai avevo fino in fondo analizzato il problema di come si sentiva a scuola un ragazzo o ragazza romanes Rom o Sinti, immerso in una cultura, storia e lingua che non gli appartiene, se non parzialmente.
La cultura, la lingua e la storia sociale romanì, Rom o Sinti, rimane per questi ragazzi e ragazze presente nella sfera della famiglia o della comunità d’appartenenza, ma mai accade che le didattiche scolastiche o i programmi preventivi dinizio anno includano o richiamino implicitamente o esplicitamente alla memoria culturale del docente lesigenza dintrodurre elementi della cultura, della lingua e della letteratura romanì, come accade per altre culture e minoranze territoriali (quelli delle regioni autonome), o non territoriali (ebraica, sarda o meridionale). E tanto meno si fa cenno nei libri di testo o negli appunti dei docenti che la lingua e la cultura Romanì appartengono di fatto alle lingue e culture europee, ed inoltre, che queste minoranze ormai da secoli sono presenti in Europa (fin dal XV secolo) come le altre minoranze con culture maggiori o minori, ma riconosciute.
Per evitare poi che le maggioranze etno-linguistiche dominanti nei territori continuino a ripetere, con lignoranza storica e culturale che spesso li caratterizza, che queste minoranze non territoriali Rom e Sinti non sono europee e tanto meno italiane.
E questa ignoranza è spesso dovuta alla mancanza di conoscenza personale, ma anche al fatto che nelle scuole italiane non sono presenti programmi che evidenzino la composizione plurilinguistica e pluri-culturale della cultura pluriversa europea ed italiana, che deve comprendere anche quella dei romanì, in quanto la cultura delle genti romanes ha influenzato di fatto molta della cultura Europea in svariati ambiti: la musica, larte, il teatro, il cinema, la letteratura, la poesia, le attività circensi e lo spettacolo in genere.
Inoltre, è importante che un bambino o bambina, ragazzo o ragazza romanes (Rom o Sinti), possa riconoscersi nelle variegate didattiche che vengono proposte a scuola. La sua specifica cultura dei  romanes deve essere riconosciuta come parte di questa Europa pluriculturale e plurilinguistica e dellimmenso patrimonio culturale dellumanità, e chi si riconosce in essa non deve essere identificato come appartenente ad un gruppo privo di cultura e portatore di disagio.
Dal quadro appena abbozzato, emerge con chiarezza che, mentre alcune minoranze italiane ed europee possono salvaguardare la propria lingua e cultura, perché viene loro attribuito dalle Costituzioni il potere di autogovernarsi attraverso proprie Autonomie Locali e a loro volta istituire scuole di ogni ordine e grado nella propria lingua di minoranza nei territori da loro abitati, altre minoranze etno-linguistiche, per scarsi mezzi o per dispersione abitativa, non riescono a fare altrettanto, anche se cominciano a emergere aggregazioni culturali indipendenti e autofinanziate delle federazioni di lingua Romanì italiane ed europee presenti nel territorio italiano. Esempi di questa attività possono essere la rivista Roma – Cultural Magazine e le pagine Facebook dei Sinti italiani. 
Alle minoranze dei romanes (Rom e Sinti) viene offerto dallattuale Sistema Scolastico Nazionale e locale, a causa di una restrittiva interpretazione dellart. 6 della Costituzione, la possibilità di non essere discriminati linguisticamente, permettendo e obbligando loro di frequentare le scuole italiane dalla primaria alle secondarie al pari di tutte e tutti coloro che risiedono nel territorio italiano, fossero pure migranti e stranieri.
Allinterno di queste istituzioni scolastiche, però, essi, che pure appartengono a pieno titolo alla cultura italiana e europea, non ritrovano nulla, neppure per cenni, della loro cultura e lingua, andando incontro ad un vero e proprio processo di assimilazione linguistico e culturale.
Da queste esperienze, riflessioni e letture specifiche ho via via maturato limportanza delle varie lingue e culture e la necessità che non si estinguano. Non solo perché, come dice un detto popolare, quando muore una lingua e una cultura è come scomparisse o bruciasse una foresta, ma per il ruolo che esse rappresentano per la formazione e l’evoluzione dell’identità degli appartenenti a quello specifico nucleo etno-linguistico.   Si tratta non solo di culture nazional-popolari dominanti politicamente e linguisticamente (italiano, francese ecc), ma di genti minori europee ed italiane, nel nostro caso Romanes (Rom Sinti), che spesso vivono, come altri migranti extra-europei, una forte marginalità sociale accompagnata ad una crescente ostilità da parte delle popolazioni di lunga stanzialità (quelli della stessa regione) o di nuova stanzialità frutto di migrazioni interne al paese (italiani di altre regioni), e che possono assumere laspetto di campagne mediatiche e politiche contro la presenza di Rom, Sinti o migranti nei territori della città, fino alle manifestazioni violente di gruppi di abitanti locali che possono giungere anche alla devastazione delle strutture abitative o delle infrastrutture delle aree che ospitano gente romanes, senza arrivare per il momento agli estremi della violenza esplicita e organizzata contro le persone, ch presentano in potenza tutte le caratteristiche del pogrom.
pogrom (il termine deriva dalle sollevazioni popolari contro le comunità ebraiche nella Russia zarista), o manifestazioni di varia natura vengono agite contro queste minoranze non territoriali (migranti non comunitari e Romanes comunitari) da forze politiche e sociali prevalentemente di orientamento populista, localista o nazionalista, che partendo dal pretesto di fenomeni isolati di violenza contro le persone o i patrimoni, promuovono mobilitazioni a carattere reattivo sociale non per comprendere e trovare soluzioni ai problemi che insorgono a seguito delle conflittualità relazionali che si radicano in una perdurante e sistematica condizione di emarginazione forzata, ma per operare generalizzazioni e discriminazioni contro tutti gli appartenenti a quel gruppo etno-linguistico, in modo razziale, identificando tutti e tutte, tout court come nemici e portatori di insicurezza.
Per rendere chiaro lo stigma che vivono queste popolazioni comunitarie europee non territoriali Rom e Sinti, voglio semplificare con un esempio i ricorrenti pregiudizi nella vox populi e in una parte dell’opinione pubblica mainstream (stampa, radio-televisioni) o new media: se a commettere un reato patrimoniale o personale è un Rom o Sinti (o zingaro nella vulgata popolare), sono tutti gli zingari a farlo, se invece è un comunitario a farlo, italiano o svedese che sia, è un singolo che lo fa. Per questi ultimi la responsabilità rimane personale.
Al contrario, ogni essere umano, come ogni gruppo etno-linguistico, deve essere considerato nella sua umana ambivalenza, in quanto portatore di possibilità di relazioni costruttive (buona-vita) o di pericolo e di relazioni distruttive (mala-vita). Per questo, nessun essere umano o gruppo etno-linguistico può essere identificato a priori come pericoloso, solo perché qualcuno dei suoi affini culturali o parentali conduce una mala-vita. Chi fa questa operazione di riduzione è un razzista ed un pericoloso portatore di discordia sociale ed umana. Come sosteneva un sociologo berlinese dinizio secolo George Simmel, scandalizzando i suoi contemporanei, non è delinquente il miserabile, ma la miseria in cui è costretto dal sistema di ingiustizia sociale a vivere o sopravvivere.
Dal blog: comunimappe.blogpot.com
COME ISCRIVERSI AL CORSO
Per liscrizione al corso inviare ladesione a COMUNIMAPPE, o MCE, o CESP Bologna, che in quanto enti formatori accreditati dal MIUR (Ministero dellIstruzione Università e Ricerca), provvederanno a fornire regolare attestato  ai fini della richiesta del permesso di assenza da lezioni o impegni scolastici, e attestato di partecipazione all’aggiornamento che non sarà obbligatorio come vuole la cosiddetta buona scuola, ma libero e sentitamente scelto.
E-mail:comunimappe@gmail.com oppure cespbo@gmail.com oppure  mcegruppoterritorialebologna@gmail.com
ARTICOLAZIONE DEL CORSO INTERCULTURALE SULLA STORIA, LINGUA E CULTURA ROMANI (ROM-SINTI)
ANNO SCOLASTICO 2016-2017                 
6 INCONTRI di 2 ore dal 17 novembre 2016 al 20 aprile 2017
PRESSO LA SALA BLU AL CENTRO CIVICO MARCO POLO L. BORGATTI IN VIA MARCO POLO 51. QUARTIERE NAVILE (AUTOBUS 11 A/B)
1ª LEZIONE INTERATTIVA
GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2016 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
Presentazione del corso da parte di Pino De March di comunimappe, Maria Bianca Cattabriga del MCE – Movimento di Cooperazione Educativa e Matteo Vescovi del Cesp – Centro Studi per la Scuola Pubblica.
Seguirà presentazione del volume di Spigolare parole, rubare sguardi. Conversazione con i Rom e Sinti. con lautore Dimitris Argiropolus.  A seguito, racconti e vissuti di due mediatori culturali Aghiran e Tomas, appartenenti al popolo Sinti e Rom.
 2ª LEZIONE INTERATTIVA
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
Il valore simbolico della lingua e della cultura per lidentità delle minoranze italiane ed europee Rom e Sinti, come per i migranti provenienti dal resto del mondo.
Relazione e conversazione con Angelo Arlati, linguista culture Romanì
Il nodo dell’idendità etnica-culturale dopo le guerre etiniche ex-jugoslavia o in altre parti del mondo e l’emergere di nuove singolarità culturali e linguistiche critiche (o dividualità post-etniche) e pratiche comunicative inter-culturali (dalla negritudine alla versitudine)
Relaziona giuseppe (pino) psicologo delle relazioni neo-umane.
i mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della cittametropolitana di Bologna.
 3ª LEZIONE INTERATTIVA
GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
Persecuzione nazi-fascista, sterminio o porajmos e resistenza dei Rom e Sinti. Nascita delle costituzioni democratiche e delle legislazioni che tutelano lesistenza delle minoranze linguistiche e culturali.
Interverranno:
Mario Abibezzi, Sergio Andena e Carlo Cuomo del CIPES (Centro Iniziativa Politica e Sociale) di Milano.
Esperienze dirette di due mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della città  metropolitana di Bologna
Lettura di alcune pagine del libro Circo capovolto  con lautrice Milena Magnani.
 4ª LEZIONE INTERATTIVA 2017
GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
La musica Rom e Sinti e la sua influenza sulla musica contemporanea.
Relaziona:
Giorgio Mancinelli, etnomusicologo e giornalista etno-culturale, corrispondente e fotografo di tradizoni etno-muiscali-culturali del popolo rom e di altri popoli del sud del mondo.programmatore Rai 2 e Rai 3, conduttore di trasmissioni sulle tradizioni etno-culturali nomadi a Radio Svizzera italiana e Radio Vaticana,
Salvatore Panu, musicista e musicologo e fondatore della Scuola popolare Ivan Illich di Bologna-bolognina.
Conversazioni ed esecuzioni musicali con Dragran Nicolic e Aghiran, ballerino appartenente al popolo Rom di Bologna cittàmetropolitana
5ª LEZIONE INTERATTIVA
GIOVEDÌ 16 MARZO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 La storia, la letteratura e la poesia Rom e Sinti e la sua influenza sulle letterature e culture contemporanee.
Fabien Bassetti, storico delle culture romanì e nomadi
Teresa Rossano – femminista e docente storia e  letteratura del Cesp presenta libro di Majgull Axelsson, Io non sono Mirian, edizioni Iperborea

Tomas, mediatore culturale rom-sinti, Pino De March, psicologo relazionali neo-umane e ricercatore attivo di poesia e letteratura  di strada, migrante e marginale e Alfredo Stori leggeranno testi e poesie del popolo rom.
 6ª LEZIONE INTERATTIVA
GIOVEDÌ 20 APRILE 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
Il teatro, il cinema, le arti, il circo e gli spettacoli viaggianti di strada.
  Relazione e conversazione con
Milena Magnani, autrice del libro Circo capovolto, edizioni Feltrinelli Fuori catalogo.
Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni autori di ‘confini dimanti’ ed. Ombre Rosse,Verona.

Coordina Matteo Vescovi e Pino de march

 FESTA INTERCULTURALE
SABATO 13 MAGGIO 2017 DALLE 15 ALLE 20 IN ZONA ORTIVA, VIA ERBOSA 17
 Teatro delle temperie di Andrea Lupo

E Serena Raggi Luna, artista che mescola diverse arti e culture – pittura olio-acrilico, indian ink, matita.
Organizzatori: Carlotta Grillini e Pino De March

N.B. questo evento finale si realizzerà, non al centro civico Marco Polo come il corso, ma alla zona ortiva via erbosa 17-accanto allarea campo Sinti

FINALITA’ INTERCULTURALI E SOCIALI DEL CORSO

La libera comune università pluriversità -bolognina -gruppo ricer-azione contrade solidali Rom-Sinti in cooperazione con CESP-Centro Studi per la Scuola Pubblica e l’MCE-Movimento di cooperazione educativa, lo promuovono. I docenti che parteciperanno al Simposio-corso d’auto-formazione potranno usufruire dell’esonero ministeriale a valenza regionale E.R.. Tale Simposio-Corso si progetta e si propone come auto-aggiornamento-autoformazione al fine di conoscere la vita, la lingua e le culture romanì e per favorirne la valorizzazione. Esse sono ormai da secoli lingue e culture delle nostre minoranze linguistiche italiane ed europee. Con il simposio-corso inoltre ci si impegna ad agire contro la dispersione scolastica dei bambini-e ragazzi-e romanì-rom e sinti e non solo; dispersione in parte dovuta alla poca considerazione attribuita alla scuola da parte dei genitori, ma questa non considerazione è trasversale anche a genitori territorializzati. Le cause principali però di tale dispersione sono da attribuire alle distanze che spesso questi bambini e ragazzi devono percorrere per andare a scuola data la collocazioni sempre più periferiche dei loro insediamenti abitativi provvisori o micro-aree stanziali [extra-urbane], a strategie politiche confuse, misure psico-pedagogiche e conoscenze inadeguate da parte del sistema politico e scolastico della vita,lingua e cultura di questi loro cittadini-studenti, vissuti come invisibili-culturali e per questo resi impotenti e e considerati solo come portatori di disagio di cui liberarsi il prima possibile. Spesso con ‘immeritate’ promozioni (1) vissute come ingiuste dagli altri compagni di classe; promozioni che finiscono per accrescere la loro marginalità di vuoti a perdute.
Conoscersi e riconoscersi invece come parte di quelle molteplici genti lingue e gruppi etno-linguistici che popolano l’Italia e l’Europa potrebbe essere una entusiasta scoperta di nuovi mondi;nuovi amici e nuovi cittadini
Esplori-amo-ci.
NOTA (1)
ho messo ‘Immeritate’ tra virgolette perchè il merito perchè questo concetto è sempre stato qualcosa di ambiguo, ma in questo tempo liquido e cinico e anaffettivo allude maggiormente ad un agonismo distruttivo e di sopraffazione e divoratore di sè e degli altri da sè, e non rimanda ad un agonismo maturo come affermazione o come sfida di costruzione di un sè autonomo e di relazioni alla pari e cooperaitive con altri sè autonomi e interdipendenti. Come diceva Che Guevara:’da soli non si è nessuno’
Pino de March per COMUNIMAPPE ED MCE e Matteo Vescovi per il Cesp
 PROVE DI RICERC-AZIONE DI STRADA DELLA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ – PLURIVERSITA’ BOLOGNINA E DI COOPERAZIONE TRA DUE ENTI FORMATORI CESP E MCE ENTRAMBI MOVIMENTI DI COOPERAZIONE EDUCATIVA, DI RICERCA E DI TRASFORMAZIONE CULTURALE E SOCIALE DAL BASSO DELLA SCUOLA PUBBLICA
 Prima di tutto si tratta di due percorsi paralleli ed intrecciati di partecipazione e trasformazione dal basso per rendere la scuola pubblica aperta a nuove istanze di partecipazione e a generare relazioni educative e conoscenze condivise da docenti e studenti.
Movimenti che hanno contribuito a democratizzare nel corso della seconda meta del Novecento il sistema scolastico nel suo insieme, come istituzione repubblicana laica ed autogovernata, con propri organi collegiali e da nuove soggettività: docenti, studenti e personale tutto che vi è compreso come parte di una comunità educativa.
La scuola è stata intesa dai padri e madri costituenti come una istituzione innanzitutto pubblica e aperta alla società e ai suoi bisogni di educazione, istruzione e formazione con lobiettivo di formare un cittadino-a e un lavoratore-trice consapevole delle sue libertà civili e sociali e animata degli stessi ideali di giustizia e libertà tra le genti e i generi sessuali che hanno motivato la resistenza contro la tirannide nazi-fascista, contro i privilegi aristocratici e le discriminazioni culturali e socio-economiche di una società elitaria e liberista-borghese.
Movimenti dal basso di docenti, studenti e personale coadiuvante le attività scolastiche-amministrative, tecniche ed ausiliarie, in netto contrasto con una scuola gerarchica autoritaria e chiusa alla società che il fascismo prima, ed una certa democrazia autoritaria dopo, avevano resa impermeabile alla socialità.
Il Cesp e il MCE, con la loro attività culturale, si sforzano di promuovere la crescita di una scuola partecipata anche nellattività’ di ricerca e produzione di nuove didattiche condivise, nei laboratori come nelle classi, con studenti e docenti che esperimentano nuovi apprendimenti e conoscenze e lezioni che diventano via via interattive, abbandonando la passività degli studenti e delle studentesse. Inoltre, si sono battuti contro le classi speciali e per riconoscere che nei silenziati ed esclusi portatori handicap fisico o psichico ci sono intelligenze emotive e cognitive divers-abili.
MCE  MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA
LAssociazione della Pedagogia Popolare Italiana
Il Mce è nato in Italia nel 1951 sulla scia del pensiero pedagogico e sociale di Célestin ed Elise Freinet.
Allindomani della guerra, nel momento di pensare alla ricostruzione, alcuni maestri quali G. Tamagnini, A. Fantini, A. Pettini, E. Codignola e più tardi B. Ciari, M. Lodi,    A. Manzi, A.Bernardini e tanti altri in Italia e allestero (P. Le Bohec), si unirono attorno allidea di una cooperazione solidale che diviene crescita e integrazione sociale. Non si è trattato solo della introduzione e utilizzazione di alcune tecniche di base, ma di dare vita a un movimento di ricerca che ponga al centro del processo educativo i soggetti, per costruire le condizioni di uneducazione popolare, in quanto garanzia di rinnovamento civile e democratico.
Con questi maestri è difficile per noi non continuare a sentire, ancora oggi, lesigenza di condividere progetti di cambiamento della scuola per essere responsabilmente attori del cambiamento come educatori/educatrici.
Il Mce si propone come gruppo, libero e autonomo di insegnanti che non vogliono smettere di pensarsi, oltre che trasmettitori, anche elaboratori di cultura, attenti alla valorizzazione delle culture di cui sono portatori i bambini/e; a creare in classe climi favorevoli allascolto e alla comunicazione autentica.
Insegnanti che operano per realizzare una scuola in cui sia promossa la libertà espressiva, sia dato spazio alla creatività; siano realizzati processi circolari di apprendimento-insegnamento capaci di produrre nei bambini/e crescita globale, affettiva e cognitiva e sociale.
Il Mce è unAssociazione professionale collegata alla Federation internationale de lEcole Moderne (ovvero il movimento delle scuole che si rifanno allattivismo e alla pedagogia popolare).
Puoi trovare il Mce in molte città dItalia, in varie proposte educative per i ragazzi/e e per i loro insegnanti, in diverse scuole che stanno attuando progetti di educazione nuova.
CESP – CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA
Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica, nasce nel 1999 per iniziativa di lavoratori della scuola di area Cobas.  
L’intento è quello di affiancare all’attività politica e sindacale uno spazio specificamente dedicato alla riflessione culturale e didattica sulla scuola, realizzata attraverso seminari, convegni, attività di aggiornamento e pubblicazioni.  
I principi di riferimento del CESP sono la difesa della scuola pubblica statale, l’opposizione alle diverse forme di privatizzazione, alle vecchie e nuove forme di mercificazione del sapere e ai processi di aziendalizzazione che stanno avanzando da alcuni anni a ritmi inediti e preoccupanti.   Parallelamente ad un circuito di iniziative coordinate a livello nazionale, anche localmente stanno crescendo articolazioni dell’Associazione che organizzano attività a livello provinciale e regionale.
Gli anni Settanta sono stati un decennio caratterizzato da un intenso dibattito sulla forma e sul ruolo della scuola pubblica. In quegli anni sono state varate leggi innovative e si sono manifestate proficue rivoluzioni didattiche. Gran parte delle innovazioni sono state prodotte dal basso, in centinaia di “officine” scolastiche dove insegnanti, bambine e bambini, studenti, comitati di genitori e di quartiere prendevano nelle loro mani le tradizioni della vita scolastica e le riplasmavano secondo le nuove sensibilità emerse dalla società civile.
Tutto il periodo ha visto un continuo e intenso scambio di stimoli e di condizionamenti positivi e reciproci tra la società e la scuola, entrambe in trasformazione. Si rafforzava l’idea di una ragione sociale della scuola pubblica. La scuola divenne così oggetto di investimenti emancipativi da parte dei ceti sociali popolari alla ricerca di eguaglianza, protagonismo, diritti. Sulla scuola si riversarono energie e sguardi utopici finalizzati ad una trasformazione democratica e ad un inveramento di giustizia sociale.
Questo intenso crogiolo ha plasmato la scuola degli anni successivi, anche se, una volta caduto lo stimolo proveniente dalla società, tutto si è nuovamente irrigidito. Così, mentre le nuove politiche di intervento – dagli anni Ottanta – ratificavano la generalizzazione del modello, nella scuola reale iniziava l’erosione dall’interno degli elementi più vitali.
Oggi che l’attacco, nel primo decennio del nuovo secolo, si è fatto diretto, distruttivo e carico di un’esplicita ideologia di restaurazione, risulta ancor più preziosa l’azione di raccolta, documentazione, verità e dibattito sulla scuola di quegli anni. Non per riproporne pedissequamente le pratiche, ma per fare tesoro e raccoglierne gli elementi profondi: l’opposizione ad una scuola come strumento di selezione sociale, la spinta verso una didattica collegata ai bisogni e alle aspirazioni dei giovani e delle giovani, l’impegno per l’elaborazione di un sapere critico collegato alle caratteristiche della nostra società.
Nasce da questo ragionamento la scelta di aprire il Centro di Documentazione sulla Scuola negli anni ’70. Un primo gruppo di materiali, offerti da insegnanti e famiglie, è stato raccolto attraverso una rete di conoscenze e il passaparola. Oggi abbiamo deciso di fare un passo in più, di dare ufficialità e solidità all’archivio, organizzando una rete di documentazione e di dibattito riferiti alle tematiche cruciali di quegli anni. Nella speranza che la lotta sociale per la difesa della scuola pubblica riceva aiuto anche da questo Centro di documentazione e dal lavoro che abbiamo intenzione di svolgere, tra memoria e storia.
Pino De March
comunimappe.blogspot.com

Alcuni personaggi famosi di etnia rom e sinta.

La lista include personaggi famosi aventi origine rom e sinta da parte di uno dei due genitori.

/famosiBanderas Antonio:
 attore di origini kalé
Brynner Yul: attore, rom da parte del nonno materno. Acquistò il titolo di Presidente Onorario dei Rom
Caine Michael: attore di etnia rom romanichael
Cansino Antonio: ballerino creatore del flamenco moderno, kalé spagnolo
Chaplin Charles: attore, rom romanichael da parte di madre
Ciganer Cécilia: meglio nota come ex-moglie di Nicolas Sarkozy. Suo padre è rom
Cortés Joaquìn: ballerino di flamenco, kalé spagnolo
Giménez Malla Ceferino: kalé spagnolo beatificato nel 1997
Hayworth Rita: attice, nipote del ballerino di flamenco kalé Antonio Cansino
Hoskins Bob: attore americano di origine sinta
Ibrahimovic Zlatan: calciatore, rom bosniaco da parte paterna
Krogh August: scienziato e premio nobel per la medicina, di etnia rom
Kubitschek De Oliveira Juscelino: ex presidente del Brasile, di origine rom
Müller Gerhard: ex calciatore e vincitore Pallone d’Oro. Ha origini rom e sinte
Olasunmibo Ogunmakin Joy: nome d’arte Ayo. Cantantautrice tedesca con madre rom romena. Nel 2008 ha vinto l’European Border Breakers Awards
Orfei Liana: artista circense e attrice, sinta italiana
Orfei Moira: artista circense e attrice, sinta italiana
Presley Elvis: cantante di padre sinto e madre romanichael
Reinhardt Jean-Baptiste: musicista jazz conosciuto col nome di Django Reinhardt. Sinto eftavagarya
Spinelli Santino Alexian: professore universitario e musicista rom abruzzese
Solario Antonio: pittore rom Abruzzese, detto “lo zingaro”, vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo

SIMPOSIO D’AUTUNNO INCONTRO E CONFRONTO INTER-CULTURALE SULLE CONDIZIONI ABITATIVE, ESISTENZIALI, SOCIO-SANITARIE, EDUCATIVE ED ISTRUTTIVE; SULLE DISCRIMINAZIONI SOCIALI ED ETNO-CULTURALI E SULLE PRECARIE ATTIVITÀ LAVORATIVE DELLE GENTI ITALIANE ED EUROPEE ROM E SINTI

IL CESP (CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA) E LMCE (MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA)
IN COOPERAZIONE CON LA LIBERA COMUNE UNIVERSITÀ  – PLURIVERSITÀ  BOLOGNINA
PROMUOVE

 

 

 

SIMPOSIO DAUTUNNO
SABATO 12 NOVEMBRE
 
INCONTRO E CONFRONTO INTER-CULTURALE SULLE CONDIZIONI ABITATIVE, ESISTENZIALI, SOCIO-SANITARIE, EDUCATIVE ED ISTRUTTIVE; SULLE DISCRIMINAZIONI SOCIALI ED ETNO-CULTURALI E SULLE PRECARIE ATTIVITÀ LAVORATIVE DELLE GENTI ITALIANE ED EUROPEE ROM E SINTI
 
L’INCONTRO-CONFRONTO SI TERRA’ ALLA CASETTA DELLA ZONA ORTIVA IN VIA ERBOSA 17 VICINO AL CAMPO SINTI-BOLOGNINA SABATO 12 NOVEMBRE.
 
Programma
Mattina dalle 10 alle 13: relazioni e conversazioni
Pranzo sociale: dalle 13 alle 14
Pomeriggio dalle 15 alle 19
Pino De March e Tomas dei Sinti Bolognina- mediatore culturale presenteranno il libro di Dario Fo (premio nobel) “Razza di zingaro”, edizioni Chiare Lettere. 
A seguire relazione e conversazioni.
Cena sociale: dalle ore19 alle 20.
Dalle ore 21 alle 23 proiezione del documentario La colonna infinita o Gypsy caravan
 
INTERVERRANNO I SEGUENTI ESPERTI INTERNI ED ESTERNI AL VARIEGATO MONDO ROMANES (ROM E SINTI) :
Accordatore del Simposio Pino De March psicologo delle relazioni umane
Dimitris Argiropolus – docente universitario e pedagogista dei processi interculturali
Vittorio Capecchi sociologo e direttore della rivista Inchiesta
Giovanni De Plato docente universitario e psichiatra esperto servizi socio-sanitari
Nazzareno Guarnieri e Corsina Depalo -Redattori della rivista Roma cultural magazine
Tomas – mediatore culturale Sinti
Aghiran mediatore culturale Rom
Salvatore Panu – musicologo e musicista
Fabien Bassetti – operatore interculturale e libero ricercatore della storia e della cultura delle popolazioni Rom-Sinti  e delle tribù nomadi
Renzo Simonati -penalista e avvocato difensore in differenti processi delle genti rom-an-est
Milena Magnani autrice multimediale (scrittura, teatro, video e cinema) con esperienza nelleducazione allaccoglienza
Franco Berardi (Bifo) filosofo, scrittore ed agitatore culturale
Guida Brunella – esperta nessi amministrativi locali e attuale consigliera al quartiere Navile per Coalizione civica
Il Cesp e l’MCE sono enti accreditati per la formazione e aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione da diritto, ai sensi degli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009, allESONERO DAL SERVIZIO. Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione. Tale esonero si estende a tutte le scuole di ogni ordine e grado della Regione Emilia-Romagna.
 

 

 

 

Cesp Bologna via San Carlo, 42
MCE Bologna via Marco Polo, 51
mcegruppoterritorialebologna@gmail.com

PerchéSimposio e non invece Convegno come succede di solito quanto si organizzano eventi di questo tipo?
Perché il Simposio ha una conduzione più orizzontale paragonabile ad un’assemblea, in cui vengono invitati degli ospiti esperti a vario titolo del tema da trattare. Nel nostro caso ci saranno analisti, ricercatori e operatori sociali, interculturali Gagé (non rom), ma anche mediatori interculturali interni alla comunità romanes (Rom-Sinti) e gente comune. Ognuno a turno relazionerà sul tema portando saperi ed esperienze, in tempi contingentanti in modo che  tutti e tutte possano esprimersi. Il Simposio è una modalità di trasmissione dei saperi che la Libera Comune Università Pluriversità della Bolognina ha già sperimentato nei diversi simposi annuali dedicati al filosofo, teologo e ricercatore attivo Ivan Illich
 
COME ARRIVARE AL SIMPIOSIO
SI ARRIVA CON LA MACCHINA O CON LAUTOBUS 11 C DA VIA ARCOVEGGIO, SI SCENDE ALLA FERMATA PALESTRA IPPODROMO A DESTRA, DOPODICHE’ VOLTANDO LE SPALLE AL CENTRO SI PRENDE A SINISTRA PER VIA FRATELLI CERVI, LA SI PERCORRE FINO IN FONDO, ARRIVATI IN FONDO SI INCROCIA VIA ERBOSA, DI LI’ A DESTRA LA SI PERCORRE PER CIRCA 100 METRI, SI OLTREPASSA UN PONTE FERROVIARIO E PROCEDENDO ANCORA PER 100 MT COSTEGGIANDO A DESTRA IL CAMPO ‘NOMADE’ SINTI SI ARRIVA SUBITO DOPO AD UNO STRISCIONE -ZONA ORTIVA-, E LI’ DI FRONTE S’INTRAVEDE LA CASETTA DEGLI ORTI. SIETE ARRIVATI A DESTINAZIONE
 
Info: Pino De March attivatore del gruppo ricerc-azione contrade solidali Rom-Sinti con Tomas, Arghiran, Dimitris Argiropolus, Fabien Bassetti , Paolo Bosco, Carlotta Grillini, Salvatore Panu e Marinella Africano segreteria ed amministratrice di comunimappe.
BLOG: comunimappe.blogspot.com

PER PARTECIPAZIONE AL SIMPOSIO E AL CONVEGNO MAIL:comunimappe@gmail.com 
 
Le differenze tra le lingue, forme darte, costumi non vanno negati. Ma le annovererei tra gli accidenti di luogo e/o di tempo, non tra le chiare, inequivocabili ed immobili essenze culturali: potenzialmente ogni cultura ètutte le culture. tratto da Contro lineffabilitàculturale di Paul Feyrabend (epistemologo anarchico).
Contro anche quei relativisti che sostengono che siamo in presenza di qualcosa di incomparabile o indicibile quando si confronta una cultura o una lingua con altra lingua o cultura.
  
IL CESP (CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA) E LMCE (MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA)
IN COOPERAZIONE CON LA LIBERA COMUNE UNIVERSITÀ  – PLURIVERSITÀ  BOLOGNINA
PROMUOVE
CORSO DI FORMAZIONE SULLA LINGUA, SULLA CULTURA E SULLA VITA QUOTIDIANA DELLE GENTI ITALIANE ED EUROPEE DI ORIGINE SINTI E ROM(ROMANì)
 
 

 

 
Trattasi di un corso di auto-formazione per docenti dalle primarie alle secondarie, aperto alla partecipazione degli operatori culturali ed interculturali che operano come educatori e mediatori tra scuola e comunità Sinti e Rom.
 
 CALENDARIO DEL CORSO                                                                                             ANNO SCOLASTICO 2016-2017
 
 
6 INCONTRI di 2 ore dal 17 novembre 2016 al 20 aprile 2017
giovedì 17 novembre 2016 dalle ore 16,30 alle 18,30
venerdì 16 dicembre 2016    dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 19 gennaio    2017 dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 16 febbraio 2017 dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 16 marzo 2017     dalle ore 16,30 alle 18,30
giovedì 20 aprile 2017        dalle ore 16,30 alle 18,30
 
PRESSO LA SALA BLU AL CENTRO CIVICO MARCO POLO IN VIA MARCO POLO 53 – NAVILE (AUTOBUS 11 A/B)

N.B. con il materiale prodotto si realizzerà un numero speciale di Inchiesta Edizioni Dedalo e estratti per la rivista Cooperazione Educativa del Movimento di cooperazione educativa edizioni Erickson.
 
Il Cesp e l’MCE sono enti accreditati per la formazione e aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione dà diritto, ai sensi degli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009, allESONERO DAL SERVIZIO. Ai partecipanti verràrilasciato regolare attestato di partecipazione. Tale esonero si estende a tutte le scuole di ogni ordine e grado della Regione Emilia-Romagna..
 

 

 

 

Cesp Bologna via San Carlo, 42
MCE Bologna via Marco Polo, 51
mcegruppoterritorialebologna@gmail.com
 
Presentazione a cura di Pino De March
 
Il progetto di formazione partecipata nasce dallesigenza di trovare terreni comuni di comunicazione e relazione, ma soprattutto di valorizzazione delle specifiche e molteplici forme culturali e linguistiche in cui siamo immersi.
Tutto parte da alcune mie esperienze personali legate a territori frequentati per nascita, socialità e studio in una Regione di confine, il Friuli Venezia Giulia, ove sono presenti differenti minoranze etno-linguistiche (friulane, slovene e venete), da anni di docenza di comunicazione e relazione in una scuola superiore della nostra città Bologna, ove erano presenti studenti e studentesse di etnia Romanes (Sinti e Rom) e da alcuni anni come responsabile ‘commissione intercultura’ della medesima scuola, oltre che da riflessioni tratte da esperienze ed incontri nella nostra città con variegati mondi culturali paralleli ed intrecciati, mondi propri di minoranze etno-linguistiche italiane ed europee, territoriali e non territoriali.
Con il termine non territoriali non intendo persone appartenenti a minoranze straniere o extra-europee, ma mi riferisco a minoranze italiane ed europee, sia esse ebraiche o romanes (Rom e Sinti), che abitano ormai da secoli i territori europei anche se non diffusamente come gli sloveni in Friuli Venezia Giulia, o i tedeschi in Alto Adige, o i francesi di Valle dAosta con proprie istituzioni autonome, politiche, culturali educative ed istruttive, ma a macchia di leopardo, relegati in ghetti o campi e più recentemente anche in micro-aree o appartamenti privati o pubblici.
In una recente video-intervista realizzata da alcuni mediatori culturali e comunicativi della comunità ROM E SINTI di Bologna(tra cui Tomas sinti-bolognina), Dario Fo affermava che le culture nazionali ed europee devono molto alle culture nomadi Romanì e per questo le genti romanes dovrebbero essere orgogliose della loro cultura e operare insieme  per farla emergere e riconoscere in tutti gli ambiti di vita sociale e culturale, accettando anche che siano analizzati quegli aspetti negativi che li riguardano e questo significherebbe, come prima cosa, mettere in discussione non solo ciò che li discrimina anche dopo il porajimos- divoramento(o olocausto)nazi-fascista delle loro genti dallesterno con lo sterminio primae lesclusione e lisolamento poi, ma anche ciò che dallinterno li mantiene separati attraverso laccettazione della ghettizzazione come strategia di sopravvivenza indotta e motivata da condizioni di permanenti discriminazioni, che li hanno spinti a mantenere distanze e separazioni con i Gagi (cioè coloro che non appartengono alle loro comunità romanes), visti un po tutti come altro da sé.
Negli ultimi anni da entrambe le parti cominciano a emergere figure di mediatori culturali romanes e gagi che costruiscono terreni comuni di relazione, socializzazione e ricerca al fine di far emergere questo mondo variegato sociale e culturale spesso celato, dissimulato, osteggiato, che solo in rarissimi casi emerge e quasi sempre in forma inappropriata, esotica, romantica ed immaginaria nella letteratura come in altre arti , ma mai nella sua reale condizione di mondo di umani e di genti italiane ed europee con propri universi culturali che popolano da secoli le nostre estreme periferie.
 
In questo senso e cioè nella direzione di creare un terreno culturale comune, la scuola è sicuramente il luogo in cui è possibile lavorare avendo presenti le prossime generazioni di cittadine e cittadini italiani e europei.
Come docente, in servizio ormai alcuni anni fa (non ora che sono in pensione e non a riposo), mi sono trovato ad insegnare alle superiori a ragazzi e ragazze romanes (Rom e Sinti). A dire la verità le occasioni sono state rare anche perché normalmente la frequenza scolastica di questi alunni si dirada lungo il corso della scuola dellobbligo, fino a interrompersi per molti di loro alle medie inferiori e questo accade nonostante che l’obbligo e le esigenze di formazione culturale e professionale incentivino a continuare gli studi.
Inoltre, per tutto il periodo scolastico lidentità linguistico-culturale di questi miei studenti rimaneva celata, come la loro vita quotidiana, e tanto meno veniva esplicitata la loro appartenenza a comunità romanes. Tutto rimaneva coperto da segreti professionali e da segreti personali e mai accadeva che questi ragazzi e ragazze rivelassero la loro identità romanes, né ai docenti, né ai loro compagni e compagne di classe, temendone con ogni probabilità la discriminazione che vivevano ovunque andassero o abitassero fin dalla nascita.
In quegli anni di docenza di psicologia della comunicazione e relazione mi ero posto l’impegno di lottare contro le discriminazioni etno-culturali e i pregiudizi di ogni genere, sessuali o culturali, ma mai avevo fino in fondo analizzato il problema di come si sentiva a scuola un ragazzo o ragazza romanes Rom o Sinti, immerso in una cultura, storia e lingua che non gli appartiene, se non parzialmente.
La cultura, la lingua e la storia sociale romanì, Rom o Sinti, rimane per questi ragazzi e ragazze presente nella sfera della famiglia o della comunità d’appartenenza, ma mai accade che le didattiche scolastiche o i programmi preventivi dinizio anno includano o richiamino implicitamente o esplicitamente alla memoria culturale del docente lesigenza dintrodurre elementi della cultura, della lingua e della letteratura romanì, come accade per altre culture e minoranze territoriali (quelli delle regioni autonome), o non territoriali (ebraica, sarda o meridionale). E tanto meno si fa cenno nei libri di testo o negli appunti dei docenti che la lingua e la cultura Romanì appartengono di fatto alle lingue e culture europee, ed inoltre, che queste minoranze ormai da secoli sono presenti in Europa (fin dal XV secolo) come le altre minoranze con culture maggiori o minori, ma riconosciute.
Per evitare poi che le maggioranze etno-linguistiche dominanti nei territori continuino a ripetere, con lignoranza storica e culturale che spesso li caratterizza, che queste minoranze non territoriali Rom e Sinti non sono europee e tanto meno italiane.
E questa ignoranza è spesso dovuta alla mancanza di conoscenza personale, ma anche al fatto che nelle scuole italiane non sono presenti programmi che evidenzino la composizione plurilinguistica e pluri-culturale della cultura pluriversa europea ed italiana, che deve comprendere anche quella dei romanì, in quanto la cultura delle genti romanes ha influenzato di fatto molta della cultura Europea in svariati ambiti: la musica, larte, il teatro, il cinema, la letteratura, la poesia, le attività circensi e lo spettacolo in genere.
Inoltre, è importante che un bambino o bambina, ragazzo o ragazza romanes (Rom o Sinti), possa riconoscersi nelle variegate didattiche che vengono proposte a scuola. La sua specifica cultura dei  romanes deve essere riconosciuta come parte di questa Europa pluriculturale e plurilinguistica e dellimmenso patrimonio culturale dellumanità, e chi si riconosce in essa non deve essere identificato come appartenente ad un gruppo privo di cultura e portatore di disagio.
 
Dal quadro appena abbozzato, emerge con chiarezza che, mentre alcune minoranze italiane ed europee possono salvaguardare la propria lingua e cultura, perché viene loro attribuito dalle Costituzioni il potere di autogovernarsi attraverso proprie Autonomie Locali e a loro volta istituire scuole di ogni ordine e grado nella propria lingua di minoranza nei territori da loro abitati, altre minoranze etno-linguistiche, per scarsi mezzi o per dispersione abitativa, non riescono a fare altrettanto, anche se cominciano a emergere aggregazioni culturali indipendenti e autofinanziate delle federazioni di lingua Romanì italiane ed europee presenti nel territorio italiano. Esempi di questa attività possono essere la rivista Roma – Cultural Magazine e le pagine Facebook dei Sinti italiani. 
Alle minoranze dei romanes (Rom e Sinti) viene offerto dallattuale Sistema Scolastico Nazionale e locale, a causa di una restrittiva interpretazione dellart. 6 della Costituzione, la possibilità di non essere discriminati linguisticamente, permettendo e obbligando loro di frequentare le scuole italiane dalla primaria alle secondarie al pari di tutte e tutti coloro che risiedono nel territorio italiano, fossero pure migranti e stranieri.
Allinterno di queste istituzioni scolastiche, però, essi, che pure appartengono a pieno titolo alla cultura italiana e europea, non ritrovano nulla, neppure per cenni, della loro cultura e lingua, andando incontro ad un vero e proprio processo di assimilazione linguistico e culturale.
Da queste esperienze, riflessioni e letture specifiche ho via via maturato limportanza delle varie lingue e culture e la necessità che non si estinguano. Non solo perché, come dice un detto popolare, quando muore una lingua e una cultura è come scomparisse o bruciasse una foresta, ma per il ruolo che esse rappresentano per la formazione e l’evoluzione dell’identità degli appartenenti a quello specifico nucleo etno-linguistico.   Si tratta non solo di culture nazional-popolari dominanti politicamente e linguisticamente (italiano, francese ecc), ma di genti minori europee ed italiane, nel nostro caso Romanes (Rom Sinti), che spesso vivono, come altri migranti extra-europei, una forte marginalità sociale accompagnata ad una crescente ostilità da parte delle popolazioni di lunga stanzialità (quelli della stessa regione) o di nuova stanzialità frutto di migrazioni interne al paese (italiani di altre regioni), e che possono assumere laspetto di campagne mediatiche e politiche contro la presenza di Rom, Sinti o migranti nei territori della città, fino alle manifestazioni violente di gruppi di abitanti locali che possono giungere anche alla devastazione delle strutture abitative o delle infrastrutture delle aree che ospitano gente romanes, senza arrivare per il momento agli estremi della violenza esplicita e organizzata contro le persone, ch presentano in potenza tutte le caratteristiche del pogrom.
 
I pogrom (il termine deriva dalle sollevazioni popolari contro le comunità ebraiche nella Russia zarista), o manifestazioni di varia natura vengono agite contro queste minoranze non territoriali (migranti non comunitari e Romanes comunitari) da forze politiche e sociali prevalentemente di orientamento populista, localista o nazionalista, che partendo dal pretesto di fenomeni isolati di violenza contro le persone o i patrimoni, promuovono mobilitazioni a carattere reattivo sociale non per comprendere e trovare soluzioni ai problemi che insorgono a seguito delle conflittualità relazionali che si radicano in una perdurante e sistematica condizione di emarginazione forzata, ma per operare generalizzazioni e discriminazioni contro tutti gli appartenenti a quel gruppo etno-linguistico, in modo razziale, identificando tutti e tutte, tout court come nemici e portatori di insicurezza.
Per rendere chiaro lo stigma che vivono queste popolazioni comunitarie europee non territoriali Rom e Sinti, voglio semplificare con un esempio i ricorrenti pregiudizi nella vox populi e in una parte dell’opinione pubblica mainstream (stampa, radio-televisioni) o new media: se a commettere un reato patrimoniale o personale è un Rom o Sinti (o zingaro nella vulgata popolare), sono tutti gli zingari a farlo, se invece è un comunitario a farlo, italiano o svedese che sia, è un singolo che lo fa. Per questi ultimi la responsabilità rimane personale.
Al contrario, ogni essere umano, come ogni gruppo etno-linguistico, deve essere considerato nella sua umana ambivalenza, in quanto portatore di possibilità di relazioni costruttive (buona-vita) o di pericolo e di relazioni distruttive (mala-vita). Per questo, nessun essere umano o gruppo etno-linguistico può essere identificato a priori come pericoloso, solo perché qualcuno dei suoi affini culturali o parentali conduce una mala-vita. Chi fa questa operazione di riduzione è un razzista ed un pericoloso portatore di discordia sociale ed umana. Come sosteneva un sociologo berlinese dinizio secolo George Simmel, scandalizzando i suoi contemporanei, non è delinquente il miserabile, ma la miseria in cui è costretto dal sistema di ingiustizia sociale a vivere o sopravvivere.
Dal blog: comunimappe.blogpot.com
 
COME ISCRIVERSI AL CORSO
Per liscrizione al corso inviare ladesione a COMUNIMAPPE, o MCE, o CESP Bologna, che in quanto enti formatori accreditati dal MIUR (Ministero dellIstruzione Università e Ricerca), provvederanno a fornire regolare attestato  ai fini della richiesta del permesso di assenza da lezioni o impegni scolastici, e attestato di partecipazione all’aggiornamento che non sarà obbligatorio come vuole la cosiddetta buona scuola, ma libero e sentitamente scelto.
 
 
ARTICOLAZIONE DEL CORSO INTERCULTURALE SULLA STORIA, LINGUA E CULTURA ROMANI (ROM-SINTI)
 
ANNO SCOLASTICO 2016-2017                 
6 INCONTRI di 2 ore dal 17 novembre 2016 al 20 aprile 2017
PRESSO LA SALA BLU AL CENTRO CIVICO MARCO POLO L. BORGATTI IN VIA MARCO POLO 51. QUARTIERE NAVILE (AUTOBUS 11 A/B)
 
  
1ª LEZIONE INTERATTIVA
GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2016 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 
Presentazione del corso da parte di Pino De March di comunimappe, Maria Bianca Cattabriga del MCE – Movimento di Cooperazione Educativa e Matteo Vescovi del Cesp – Centro Studi per la Scuola Pubblica.
Seguirà presentazione del volume di Spigolare parole, rubare sguardi. Conversazione con i Rom e Sinti. con lautore Dimitris Argiropolus.  A seguito, racconti e vissuti di due mediatori culturali Aghiran e Tomas, appartenenti al popolo Sinti e Rom.
 
 2ª LEZIONE INTERATTIVA
 
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 
Il valore simbolico della lingua e della cultura per lidentità delle minoranze italiane ed europee Rom e Sinti, come per i migranti provenienti dal resto del mondo.
 Relazione e conversazione con Angelo Arlati, linguista culture Romanì
 Il nodo dell’idendità etnica-culturale dopo le guerre etiniche ex-jugoslavia o in altre parti del mondo e l’emergere di nuove singolarità culturali e linguistiche critiche (o dividualità post-etniche) e pratiche comunicative inter-culturali (dalla negritudine alla versitudine)
Relaziona giuseppe (pino) psicologo delle relazioni neo-umane.
 i mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della cittametropolitana di Bologna.
 
 3ª LEZIONE INTERATTIVA
 
GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 
Persecuzione nazi-fascista, sterminio o porajmos e resistenza dei Rom e Sinti. Nascita delle costituzioni democratiche e delle legislazioni che tutelano lesistenza delle minoranze linguistiche e culturali.
Interverranno:
Mario Abibezzi, Sergio Andena e Carlo Cuomo del CIPES (Centro Iniziativa Politica e Sociale) di Milano.
Esperienze dirette di due mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della città  metropolitana di Bologna
Lettura di alcune pagine del libro Circo capovolto  con lautrice Milena Magnani.
 
 4ª LEZIONE INTERATTIVA 2017
 
GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 
La musica Rom e Sinti e la sua influenza sulla musica contemporanea.
Relaziona:
Giorgio Mancinelli, etnomusicologo e giornalista etno-culturale, corrispondente e fotografo di tradizioni etno-muiscali-culturali del popolo rom e di altri popoli del sud del mondo,
programmatore per alcuni anni di Rai 2 e Rai 3, conduttore di trasmissioni sulle tradizioni etno-culturali nomadi a Radio Svizzera italiana e Radio Vaticana.
Salvatore Panu, musicista e musicologo e fondatore della Scuola popolare Ivan Illich di Bologna-bolognina.
 Conversazioni ed esecuzioni musicali con Dragran Nicolic e Aghiran, ballerino appartenente al popolo Rom di Bologna cittàmetropolitana.

 

 

5ª LEZIONE INTERATTIVA
 
GIOVEDÌ 16 MARZO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 La storia, la letteratura e la poesia Rom e Sinti e la sua influenza sulle letterature e culture contemporanee.
 
Fabien Bassetti, storico delle culture romanì e nomadi
Teresa Rossano – femminista e docente storia e  letteratura del Cesp presenta libro di Majgull Axelsson, Io non sono Mirian, edizioni Iperborea
Tomas, mediatore culturale rom-sinti, Pino De March, psicologo relazionali neo-umane e ricercatore attivo di poesia e letteratura  di strada, migrante e marginale e Alfredo Stori leggeranno testi e poesie del popolo rom.

 

 6ª LEZIONE INTERATTIVA
 
GIOVEDÌ 20 APRILE 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
 
Il teatro, il cinema, le arti, il circo e gli spettacoli viaggianti di strada.
Forme di disciplinamento, annientamento, repressione controllo degli spettacoli viaggianti, delle attività differenti, della vita del popolo Rom:
Gabriele Roccheggiani (ricercatore del Dipartimento di Economia Società Politica dellUniversità di Urbino) sullintreccio tra persecuzione, tutela e emergenza. La “questione rom” tra discriminazione e diritti.
 Relazione e conversazione con
Milena Magnani, autrice del libro Circo capovolto, edizioni Feltrinelli Fuori catalogo.
Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni autori di ‘confini dimanti’ ed. Ombre Rosse,Verona.

Coordina Matteo Vescovi e Pino de march

 FESTA INTERCULTURALE
 
SABATO 13 MAGGIO 2017 DALLE 15 ALLE 20 IN ZONA ORTIVA, VIA ERBOSA 17
 Teatro delle temperie di Andrea Lupo
E Serena Raggi Luna, artista che mescola diverse arti e culture – pittura olio-acrilico, indian ink, matita.
Organizzatori: Carlotta Grillini e Pino De March
N.B. questo evento finale si realizzerà, non al centro civico Marco Polo come il corso, ma alla zona ortiva via erbosa 17-accanto allarea campo Sinti

FINALITA’ INTERCULTURALI E SOCIALI DEL CORSO
La libera comune università pluriversità -bolognina -gruppo ricer-azione contrade solidali Rom-Sinti in cooperazione con CESP-Centro Studi per la Scuola Pubblica e l’MCE-Movimento di cooperazione educativa, lo promuovono. I docenti che parteciperanno al Simposio-corso d’auto-formazione potranno usufruire dell’esonero ministeriale a valenza regionale E.R.. Tale Simposio-Corso si progetta e si propone come auto-aggiornamento-autoformazione al fine di conoscere la vita, la lingua e le culture romanì e per favorirne la valorizzazione. Esse sono ormai da secoli lingue e culture delle nostre minoranze linguistiche italiane ed europee. Con il simposio-corso inoltre ci si impegna ad agire contro la dispersione scolastica dei bambini-e ragazzi-e romanì-rom e sinti e non solo; dispersione in parte dovuta alla poca considerazione attribuita alla scuola da parte dei genitori, ma questa non considerazione è trasversale anche a genitori territorializzati. Le cause principali però di tale dispersione sono da attribuire alle distanze che spesso questi bambini e ragazzi devono percorrere per andare a scuola data la collocazioni sempre più periferiche dei loro insediamenti abitativi provvisori o micro-aree stanziali [extra-urbane], a strategie politiche confuse, misure psico-pedagogiche e conoscenze inadeguate da parte del sistema politico e scolastico della vita,lingua e cultura di questi loro cittadini-studenti, vissuti come invisibili-culturali e per questo resi impotenti e e considerati solo come portatori di disagio di cui liberarsi il prima possibile. Spesso con ‘immeritate’ promozioni (1) vissute come ingiuste dagli altri compagni di classe; promozioni che finiscono per accrescere la loro marginalità di vuoti a perdute.
Conoscersi e riconoscersi invece come parte di quelle molteplici genti lingue e gruppi etno-linguistici che popolano l’Italia e l’Europa potrebbe essere una entusiasta scoperta di nuovi mondi;nuovi amici e nuovi cittadini
Esplori-amo-ci.
NOTA (1)
ho messo ‘Immeritate’ tra virgolette perchè il merito perchè questo concetto è sempre stato qualcosa di ambiguo, ma in questo tempo liquido e cinico e anaffettivo allude maggiormente ad un agonismo distruttivo e di sopraffazione e divoratore di sè e degli altri da sè, e non rimanda ad un agonismo maturo come affermazione o come sfida di costruzione di un sè autonomo e di relazioni alla pari e cooperaitive con altri sè autonomi e interdipendenti. Come diceva Che Guevara:’da soli non si è nessuno’
Pino de March per COMUNIMAPPE ED MCE e Matteo Vescovi per il Cesp
 
 PROVE DI RICERC-AZIONE DI STRADA DELLA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ – PLURIVERSITA’ BOLOGNINA E DI COOPERAZIONE TRA DUE ENTI FORMATORI CESP E MCE ENTRAMBI MOVIMENTI DI COOPERAZIONE EDUCATIVA, DI RICERCA E DI TRASFORMAZIONE CULTURALE E SOCIALE DAL BASSO DELLA SCUOLA PUBBLICA
 
 Prima di tutto si tratta di due percorsi paralleli ed intrecciati di partecipazione e trasformazione dal basso per rendere la scuola pubblica aperta a nuove istanze di partecipazione e a generare relazioni educative e conoscenze condivise da docenti e studenti.
 
Movimenti che hanno contribuito a democratizzare nel corso della seconda meta del Novecento il sistema scolastico nel suo insieme, come istituzione repubblicana laica ed autogovernata, con propri organi collegiali e da nuove soggettività: docenti, studenti e personale tutto che vi ècompreso come parte di una comunità educativa.
La scuola è stata intesa dai padri e madricostituenti come una istituzione innanzitutto pubblica e aperta alla società e ai suoi bisogni di educazione, istruzione e formazione con lobiettivo di formare un cittadino-a e un lavoratore-trice consapevole delle sue libertà civili e sociali e animata degli stessi ideali di giustizia e libertà tra le genti e i generi sessuali che hanno motivato la resistenza contro la tirannide nazi-fascista, contro i privilegi aristocratici e le discriminazioni culturali e socio-economiche di una società elitaria e liberista-borghese.
Movimenti dal basso di docenti, studenti e personale coadiuvante le attività scolastiche-amministrative, tecniche ed ausiliarie, in netto contrasto con una scuola gerarchica autoritaria e chiusa alla società che il fascismo prima, ed una certa democrazia autoritaria dopo, avevano resa impermeabile alla socialità.
Il Cesp e il MCE, con la loro attivitàculturale, si sforzano di promuovere la crescita di una scuola partecipata anche nellattività’ di ricerca e produzione di nuove didattiche condivise, nei laboratori come nelle classi, con studenti e docenti che esperimentano nuovi apprendimenti e conoscenze e lezioni che diventano via via interattive, abbandonando la passività degli studenti e delle studentesse. Inoltre, si sono battuti contro le classi speciali e per riconoscere che nei silenziati ed esclusi portatori handicap fisico o psichico ci sono intelligenze emotive e cognitive divers-abili.
 
MCE MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA
LAssociazione della Pedagogia Popolare Italiana
Il Mce è nato in Italia nel 1951 sulla scia del pensiero pedagogico e sociale di Célestin ed Elise Freinet.
Allindomani della guerra, nel momento di pensare alla ricostruzione, alcuni maestri quali G. Tamagnini, A. Fantini, A. Pettini, E. Codignola e più tardi B. Ciari, M. Lodi,    A. Manzi, A.Bernardini e tanti altri in Italia e allestero (P. Le Bohec), si unirono attorno allidea di una cooperazione solidale che diviene crescita e integrazione sociale. Non si ètrattato solo della introduzione e utilizzazione di alcune tecniche di base, ma di dare vita a un movimento di ricerca che ponga al centro del processo educativo i soggetti, per costruire le condizioni di uneducazione popolare, in quanto garanzia di rinnovamento civile e democratico.
Con questi maestri èdifficile per noi non continuare a sentire, ancora oggi, lesigenza di condividere progetti di cambiamento della scuola per essere responsabilmente attori del cambiamento come educatori/educatrici.
Il Mce si propone come gruppo, libero e autonomo di insegnanti che non vogliono smettere di pensarsi, oltre che trasmettitori, anche elaboratori di cultura, attenti alla valorizzazione delle culture di cui sono portatori i bambini/e; a creare in classe climi favorevoli allascolto e alla comunicazione autentica.
Insegnanti che operano per realizzare una scuola in cui sia promossa la libertàespressiva, sia dato spazio alla creatività; siano realizzati processi circolari di apprendimento-insegnamento capaci di produrre nei bambini/e crescita globale, affettiva e cognitiva e sociale.
Il Mce è unAssociazione professionale collegata alla Federation internationale de lEcole Moderne (ovvero il movimento delle scuole che si rifanno allattivismo e alla pedagogia popolare).
Puoi trovare il Mce in molte città dItalia, in varie proposte educative per i ragazzi/e e per i loro insegnanti, in diverse scuole che stanno attuando progetti di educazione nuova.
CESP – CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA
Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica, nasce nel 1999 per iniziativa di lavoratori della scuola di area Cobas.  
L’intento è quello di affiancare all’attività politica e sindacale uno spazio specificamente dedicato alla riflessione culturale e didattica sulla scuola, realizzata attraverso seminari, convegni, attività di aggiornamento e pubblicazioni.  
I principi di riferimento del CESP sono la difesa della scuola pubblica statale, l’opposizione alle diverse forme di privatizzazione, alle vecchie e nuove forme di mercificazione del sapere e ai processi di aziendalizzazione che stanno avanzando da alcuni anni a ritmi inediti e preoccupanti.   Parallelamente ad un circuito di iniziative coordinate a livello nazionale, anche localmente stanno crescendo articolazioni dell’Associazione che organizzano attività a livello provinciale e regionale.
Gli anni Settanta sono stati un decennio caratterizzato da un intenso dibattito sulla forma e sul ruolo della scuola pubblica. In quegli anni sono state varate leggi innovative e si sono manifestate proficue rivoluzioni didattiche. Gran parte delle innovazioni sono state prodotte dal basso, in centinaia di “officine” scolastiche dove insegnanti, bambine e bambini, studenti, comitati di genitori e di quartiere prendevano nelle loro mani le tradizioni della vita scolastica e le riplasmavano secondo le nuove sensibilità emerse dalla società civile.
Tutto il periodo ha visto un continuo e intenso scambio di stimoli e di condizionamenti positivi e reciproci tra la società e la scuola, entrambe in trasformazione. Si rafforzava l’idea di una ragione sociale della scuola pubblica. La scuola divenne così oggetto di investimenti emancipativi da parte dei ceti sociali popolari alla ricerca di eguaglianza, protagonismo, diritti. Sulla scuola si riversarono energie e sguardi utopici finalizzati ad una trasformazione democratica e ad un inveramento di giustizia sociale.
Questo intenso crogiolo ha plasmato la scuola degli anni successivi, anche se, una volta caduto lo stimolo proveniente dalla società, tutto si è nuovamente irrigidito. Così, mentre le nuove politiche di intervento – dagli anni Ottanta – ratificavano la generalizzazione del modello, nella scuola reale iniziava l’erosione dall’interno degli elementi più vitali.
Oggi che l’attacco, nel primo decennio del nuovo secolo, si è fatto diretto, distruttivo e carico di un’esplicita ideologia di restaurazione, risulta ancor più preziosa l’azione di raccolta, documentazione, verità e dibattito sulla scuola di quegli anni. Non per riproporne pedissequamente le pratiche, ma per fare tesoro e raccoglierne gli elementi profondi: l’opposizione ad una scuola come strumento di selezione sociale, la spinta verso una didattica collegata ai bisogni e alle aspirazioni dei giovani e delle giovani, l’impegno per l’elaborazione di un sapere critico collegato alle caratteristiche della nostra società.
Nasce da questo ragionamento la scelta di aprire il Centro di Documentazione sulla Scuola negli anni ’70. Un primo gruppo di materiali, offerti da insegnanti e famiglie, èstato raccolto attraverso una rete di conoscenze e il passaparola. Oggi abbiamo deciso di fare un passo in più, di dare ufficialitàe soliditàall’archivio, organizzando una rete di documentazione e di dibattito riferiti alle tematiche cruciali di quegli anni. Nella speranza che la lotta sociale per la difesa della scuola pubblica riceva aiuto anche da questo Centro di documentazione e dal lavoro che abbiamo intenzione di svolgere, tra memoria e storia.
 
Pino De March
comunimappe.blogspot.com
Alcuni personaggi famosi di etnia rom e sinta.
La lista include personaggi famosi aventi origine rom e sinta da parte di uno dei due genitori.

/famosiBanderas Antonio:
 attore di origini kalé
Brynner Yul: attore, rom da parte del nonno materno. Acquistò il titolo di Presidente Onorario dei Rom
Caine Michael: attore di etnia rom romanichael
Cansino Antonio: ballerino creatore del flamenco moderno, kalé spagnolo
Chaplin Charles: attore, rom romanichael da parte di madre
Ciganer Cécilia: meglio nota come ex-moglie di Nicolas Sarkozy. Suo padre è rom
Cortés Joaquìn: ballerino di flamenco, kalé spagnolo
Giménez Malla Ceferino: kalé spagnolo beatificato nel 1997
Hayworth Rita: attice, nipote del ballerino di flamenco kalé Antonio Cansino
Hoskins Bob: attore americano di origine sinta
Ibrahimovic Zlatan: calciatore, rom bosniaco da parte paterna
Krogh August: scienziato e premio nobel per la medicina, di etnia rom
Kubitschek De Oliveira Juscelino: ex presidente del Brasile, di origine rom
Müller Gerhard: ex calciatore e vincitore Pallone d’Oro. Ha origini rom e sinte
Olasunmibo Ogunmakin Joy: nome d’arte Ayo. Cantantautrice tedesca con madre rom romena. Nel 2008 ha vinto l’European Border Breakers Awards
Orfei Liana: artista circense e attrice, sinta italiana
Orfei Moira: artista circense e attrice, sinta italiana
Presley Elvis: cantante di padre sinto e madre romanichael
Reinhardt Jean-Baptiste: musicista jazz conosciuto col nome di Django Reinhardt. Sinto eftavagarya
Spinelli Santino Alexian: professore universitario e musicista rom abruzzese
Solario Antonio: pittore rom Abruzzese, detto “lo zingaro”, vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo
 

 

 

SIMPOSIO D’AUTUNNO – PRESENTAZIONE

SIMPOSIO DAUTUNNO

SABATO 12 NOVEMBRE

INCONTRO E CONFRONTO INTER-CULTURALE SULLE CONDIZIONI ABITATIVE, ESISTENZIALI, SOCIO-SANITARIE, EDUCATIVE ED ISTRUTTIVE; SULLE DISCRIMINAZIONI SOCIALI ED ETNO-CULTURALI E SULLE PRECARIE ATTIVITÀ LAVORATIVE DELLE GENTI ITALIANE ED EUROPEE ROM E SINTI

SULLA CONDIZIONE ABITATIVA, ESISTENZIALE E LINGUSTICO-CULTURALE IN CITTA’ DEI ROM E DEI SINTI DEL CAMPO DI VIA ERBOSA 15-BOLOGNINA   
OGGETTO DI TRASFERIMENTO A PARTIRE DALL’ESTATE 2017 IN TRE MICRO-AREE SITUATE AI MARGINI EST  DEL QUARTIERE NAVILE 

LA LIBERA COMUNE  UNIVERSITA’ PLURIVERSITA’ BOLOGNINA E BOLOGNINA IN CONGRESS
A partire dalla metà di settembre 2016 abbiamo costituito un gruppo di ricerc- azione ‘Contrade solidali-bolognina’ su problematiche inerenti  ‘le comunità non territoriali italiane e ed europee’  nello specifico Sinti E Rom (non territoriali intese giuridicamente nel senso di presenze etno-linguistiche-culturali non concentrate in  un solo territorio regionale come ad esempio i cittadini di lingua cultura tedesca del Trentino Alto Adige), bensì presenti a macchia di leopardo in diversi territori regionali, ad es. le  comunità ebraiche-italiane a Venezia,Ferrara , Roma ecc. abitanti porzioni limitate di certi quartieri o rioni, storicamente definiti ghettti.
L’attività di ricerc-azione intrapresa riguarda l’analisi delle condizione socio-culturale ed  i vissuti dell’aggregato umano Sinti della Bolognina situato in via erbosa 15(cittadini italiani e bolognesi ormai presenti da generazioni o con più precisione da secoli nei nostri territori, giusto per chiarire la campagna pregiudiziale o i progrom  intentati nei loro confronti nell’ultima campagna elettorale da parte della coppia Borgonzoni-Salvini della Lega Nord.
Cittadini e cittadine che vivono ormai da molti anni in una condizione di ‘segregazione’ in campi ai margini della città, marginalità di cui ne sono complici il Comune di Bologna  e il Quartiere Navile con le loro miopi ‘disposizioni politico-amministrative’ e passivamente gli stessi residenti del campo  Sinti;
le une, le Istituzioni, non vogliono intraprendere soluzioni radicali quali l’inserimento residenziale in case popolari alla stregua degli altri cittadini territoriali, temendo forse che quei provvedimenti  ‘radicali’ potrebbero far  insorgere conflitti,invidie-risentimenti- tra cittadini  che si trovano nelle medesime condizioni in emergenza casa(guerra tra poveri cristi o diavoli da parte di chi da sempre soffia sul fuoco delle diseguaglianze crescenti  per poi lasciarli ancora più poveri ed insicuri di prima, perché l’abbiamo visto governare  il centro-destra anche in questa città, e non è che le cose sono mutate. Voci istituzioni in controtendenza ci sono e sono quelle di un giovane candidato sindaco  presentatosi con una piccola coalizione civica che auspica e sogna che Bologna diventi’ la città meno diseguale d’Europa,gli altri,i residenti dei campi che  vivendo di fragili e precarie economie di sussistenza, forse temono che l’abbandono del campo-ghetto’ possa esporli a gravi difficoltà, quali l’impossibilità di far fronte in futuro a spese fisse di vario genere(affitto, bollette ecc.).

Noi come costituenti Contrade Solidali – riteniamo invece che si deve procedere verso soluzioni radicali perché come si è visto in altre circostanze simili queste soluzioni – emergenziali e posticce –quali i campi – creano strani indotti(di mafia capitale o di samaritani criminali) costi alla fine molto superiore in termini sia finanziari che  umani, per questo  vorremmo assegnare un posto abitativo più dignitoso all’interno della Bolognina  e un reddito di cittadinanza per  Sinti come  per tutti quelli che sono nel medesimo bisogno di case o altro, siano essi cittadini territoriali o non territoriali o migranti lavoratori e lavoratrici.
Pensavamo specificatamente per gli abitanti del campo –erbosa 15 –di procedere alla loro collocazione in a casette a schiera (di muratura o di legno) progetto realizzato già dal Comune di Faenza; la soluzione casette a schiera per i Sinti e Rom di Faenza, è nata dalle considerazioni e confronti tra amministratori, tecnici urbanistici comunali e responsabili comunità federate romanì, ritenendole più idonee ad una reale integrazione in moduli abitativi orizzontali che quelli verticali, perché queste abitazioni meglio aderiscono alle esigenze di una vita fatta di economie di sussistenza e di vissuti pregressi di semi-nomadismo, di stanzialità o in luoghi aperti ormai decennali nei campi.

 Nello stesso tempo desidereremo per le nuove generazioni(bambini e ragazzi) Sinti e Rom della nostra città affermare non solo il diritto alla lingua nazionale italiana per non essere discriminati ma anche il diritto conservare la propria lingua e cultura romanì -sinti e rom(lingua parlata dai 180.000  rom italiani), perché proprio loro ‘sono i primi a rischiare le conseguenze di una crisi d’identità, ignorando troppo spesso le proprie radici e le proprie tradizioni(da Roma-Cultural Magazine, maggio 2013)
e nello stesso tempo promuovere la cultura ‘romani’ attraverso nuove unità didattiche  seppur limitate e volontarie nelle nostre scuole dalla primaria alla secondaria, attraverso l’apprendimento di alcune parole, suoni e storie romani’  come comune terreno di ricerca ed apprendimento per tutti e tutte, in uno scambio di reciprocità linguistica e culturale. Perché vorremmo ‘dare la priorità ai temi della cultura e dell’identità, ai racconti di vita, alle aspirazioni e alle visioni del mondo dalla prospettiva dei Rom. Consapevoli che solo la conoscenza può vincere il pregiudizio, la paura e la segregazione del diverso (da Roma-Cultural Magazine, maggio 2013
In alcuni paesi dell’Europa Dell’Est, Macedonia ed Albania, come ad ovest, la Spagna, non si pratica solo il diritto alla lingua nazionale per superare discriminazioni ma si formano insegnanti per creare corsi specifici di lingua e cultura romani(prevalentemente cultura orale ed anche negli ultimi tempi scritta. Questo apprendimento specifico si delinea come rinforzo individuale e  sociale che permetterà ad ogni bambino o bambina Rom di ritrovare una propria identità ed in divenire, di ripensare e rielaborare la sua lingua e cultura in relazione aperta con altre identità e culture gagè presenti nel territorio. E con la loro cultura rinventata pensare anche a delle forme di attività culturali,sociali ed economiche che possono garantire loro una buona vita di relazione come in epoche passate quando avevano loro arti e mestieri, ora in gran parte sussunti dall’industrializzazione materiali come di quelle immateriali dall’industria  cultura e dello spettacolo.
per ulteriori approfondimenti vedi sito: www.romanidenty.org
                                            
Stiamo progettando nel novembre 2016 come LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ PLURIVERSITA’ BOLOGNINA
UN SIMPOSIO D’AUTUNNO
SULLA CONDIZIONE ABITATIVA ESISTENZIALE E CULTURALE DEGLI AGGREGATI UMANI IN CITTA’  ROM E SINTI DI VIA ERBOSA CON LA RIVISTA ROMA DELLA COMUNITA’ ROMMANES  ITALIANA.
ED  UN CORSO DI AUTO-FORMAZIONE
PER DOCENTI DI DIFFERENTI  LIVELLI DALLA PRIMARIA ALLA SECONDARIA SUPERIORE SULLA LINGUA, CULTURA E VITA QUOTIDIANA DELLE GENTI EUROPEE ROM E SINTI ITALIANE
PROMOSSO DALLA  LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ PLURIVERSITA’  BOLOGNINA (COMUNIMAPPE.BLOGSPOT.COM)
IN COOPERAZIONE EDUCATIVA TRASVERSALE
CON IL MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA (M.C.E – BOLOGNA) E DEL  CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA DI TUTTI E PER TUTTE (CESP-BOLOGNA)
NOTA BENE:
 L’ART. 6 DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
la Repubblica tutela con apposite misure le minoranze linguistiche.
commento: In base al principio sancito all’art. 3 della nostra Costituzione, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale  sono uguali davanti alla legge, qualunque sia la lingua che parlano. Poiché peraltro i cittadini che parlano una lingua diversa dall’italiano costituiscono un’esigua minoranza che potrebbe essere assorbita o neutralizzata dalla massa compatta degli altri cittadini parlanti, la Repubblica cioè lo Stato più tutte le altre autonomie locali si propongono con differenti misure di tutelarne l’esistenza.

TESTO RAGIONATO E CONDIVISO CON  DIMITRIS ARGIROPOLUS, MASSIMILIANO MITA E SALVATORE PANU
Autore del  testo: Pino de March

contatti: comunimappe@gmail.com

Lasciare l’isola alla volta della penisola
Lo scrittore gerosolimitano Amos Oz, affrontando i temi scottanti del fanatismo religioso e del sanguinoso conflitto tra israeliani e palestinesi, ci ha restituito indirettamente, in una assai bella immagine, una delle migliori definizioni di identità:

 «nessun uomo e nessuna donna è un’isola, siamo invece tutti penisole, per metà attaccate alla terraferma e per metà di fronte all’oceano, per metà legati alla tradizione e al paese e alla nazione e al sesso e alla lingua e a molte altre cose. Mentre l’altra metà chiede di essere lasciata sola, di fronte all’oceano. Ciò vale per gruppi sociali e culture e civiltà e nazioni […]. Nessuno […] è un’isola e nessuno […] potrà mai amalgamarsi completamente con l’altro. […] [L]’immaginare l’altro, il riconoscere la nostra comune natura di penisole possono rappresentare una parziale difesa dal gene fanatico, che tutti abbiamo insito in noi» (Contro il fanatismo, Milano, Feltrinelli, 2004, p. 54 sg.).Se rileggiamo la metafora di Oz in chiave di riflessione linguistica possiamo grosso modo ricavarne l’identikit di ogni lingua individuale calata in un determinato contesto: una lingua che deve tanto alla “terraferma” dei valori di riferimento esterni all’individuo, che può riconoscerli ma può anche contrapporvisi – i legami con la comunità politica, sociale e linguistica in cui nasce e si sviluppa, i richiami della tradizione, le norme impostegli dall’idioma nazionale ecc. –, quanto all’“oceano” dei tratti irriducibili che costituiscono il suo peculiare modo di esprimersi e di comunicare, diverso da quello di qualunque altro individuo. Una lingua individuale intesa in questo modo riunisce insieme, in una unità indissolubile, due istanze solo apparentemente inconciliabili; accomunate l’una e l’altra, per il ruolo fondamentale riconosciuto da entrambe al contesto sociale, dal rigetto delle vecchie e nuove teorie universaliste dell’essere umano. Una lingua del genere, realisticamente, non si può forse né insegnare né apprendere; attribuirle il valore di un limite, nel senso matematico del termine, ci aiuterebbe però a prendere il mare aperto senza sentirci sopraffatti dalla paura di esserci imbarcati, allontanandoci troppo dalla costa, in un viaggio senza ritorno. Con un po’ di fortuna, una volta tornati sulla nostra isola, saremo almeno riusciti a carpire qualche segreto alle vite che abitano una penisola.

Frammento di  M. Arcangeli Linguista, sociologo della comunicazione, critico letterario e scrittore, è professore ordinario di Linguistica italiana presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Cagliari, che attualmente presiede.